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Sono a Cornino un piccolo paesino vicino a Trapani, dall’alberghetto dove alloggio situato ai piedi del monte Cofano nella cala Buguto, si vedono tutt’intorno le cave di marmo.
Dalla mia stanza aprendo la porta mi trovo davanti il monte, accanto al monte alte gru metalliche si stagliano nel cielo e muovono il prezioso materiale per caricarlo sui camion.
Il marmo estratto, Perlato e Perlatino, viene venduto in tutto il mondo, si trova anche nel Kennedy Center di New York e nella metropolitana di Milano, persino nella Basilica di S. Pietro a Roma e nella cappella del crocifisso di Monreale.
Non resisto all’impulso di andare dentro una cava per fotografare le persone che vi lavorano. Mi informo e subito la disponibilità siciliana non si fa attendere, i minatori mi accolgono con entusiasmo, curiosità e si prestano a farsi fotografare al lavoro.

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Dopo una mattinata passata a fotografare le cave arrivo in albergo tutto impolverato, macchine fotografiche comprese.
Sistemo il materiale e mi faccio una doccia, sono le 14.30, esco sul terrazzino.
Mi siedo al tavolo del ristorantino e subito mi riempio il bicchiere di fresco vino bianco Catarratto, (vitigno tipico coltivato anche qui ai piedi di Erice) tutt’intorno il panorama è luce, mare, vento e bianchissime nuvole che si muovono.
Mi sembra la cornice giusta e il momento adatto per mangiare un buon piatto di pasta, così chiedo se posso ancora ordinare. Sul terrazzino del ristorante ci sono solo io, silenzio e paesaggio, solo il rumore del mare la in fondo e il cicalio continuo tipico di questa stagione durante tutto il giorno in ogni dove.
In breve tempo, il cameriere che è anche il cuoco, mi serve la pasta al sugo di pescespada con pomodorini di Pachino leggermente profumata alla menta. Distolgo allora lo sguardo dal mare e vedo e sento il piatto colmo mentre il cameriere-cuoco sorridente e me lo serve, lo guardo socchiudendo gli occhi, la luce è sempre forte e abbagliante.
Succede sempre più spesso che la mia “fotografia” si incontri con il cibo, non solo perchè ora sul tavolo vicino al piatto c’è la macchina fotografica ma perché fotografando il territorio, le persone, le tradizioni,… prima o poi si finisce sempre davanti a un tavolo imbandito per una buona mangiata o per essere più raffinati una degustazione di prodotti tipici.
Parlo un po’ con il cuoco, chiedo informazioni sul piatto e poi lo assaggio, mi viene voglia di pubblicare gli aromi e i sapori sul blog, non penso però di essere un gran esperto di enogastronomia, provo a scrivere la ricetta:

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