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Oggi niente tempesta, così dopo 5 giorni a Salina parto per Filicudi. Salutiamo velocemente Lucio, il padrone di casa e ci avviamo al porto dove riesco comunque ad arrivare quasi in ritardo per l’imbarco. Ho lasciato Sigrid sulla banchina del porto, una partenza classica: la nave semivuota pronta a partire e i marinai che manovrano con la calma invernale i pochi mezzi che scendono, poi il fischio del mozzo che con il braccio alzato mi fa cenno che tocca me, l’unico di quattro passeggeri ad entrare con la macchina. Un’abbraccio due baci e un arrivederci a prima o poi, faccio manovra ed entro nella pancia scura della nave. Prendo posto su una delle tante poltrone celesti nel grande e vuoto salone passeggeri della nave… davanti a me una signora guarda fuori e sulla destra un gruppo di marinai discutono animatamente su mafia, navigazione e problemi del genere mentre passiamo vicino al relitto dell’aliscafo ormai mezzo affondato tra gli scogli di Lingua. Scrivo due righe e siamo già dall’altra parte dell’isola e poi dopo aver attraccato al porto di Rinellla finalmente prendiamo il mare aperto, la rotta è per Filicudi. Subito, senza il riparo di Salina, il mare muove la nave su e giù, ma in confronto ai giorni precedenti praticamente un olio. I passeggeri sono pochi sei o sette potrei descriverli uno a uno mentre il leggero beccheggio della nave mi stimola la diuresi, quindi lascio con molta tranquillità la macchina fotografica, lo zaino, il computer acceso e la giaccavento con il portafogli tutto appoggiato sulle poltrone come fosse costantemente viaggio e casa, poi torno ed è tutto lì. Mi lascio dondolare e mi rilasso mentre ancora dei pensieri e dei paesaggi marini scorrono dal finestrone opaco della nave, poi una telefonata della telecom mi riporta alla realtà, devo convertire la mia adsl dello studio…Riguardo davanti a me, due giovani ragazzi forse isolani o forse no, si sono seduti. Lei dorme mentre lui maneggia il telefonino, due marocchini in controluce parlano incomprensilmente per me sulla parte destra della sala. Sto scrivendo e tossisco, la gola brucia, il freddo di questi giorni e gli sbalzi di temperatura non mi hanno fatto bene, arriverò a Filicudi verso le 12.00 poi nel pomeriggio arriveranno gli antibiotici con l’aliscafo delle 16.00. La nave rallenta, guardo fuori siamo arrivati a Filicudi ritiro tutto e corro alla macchina, vita quotidiana di un fotografo viaggiatore.

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  • Sigrid

    Posted: 19 Novembre 2007


    miiiiiiiiiiiiiiiii...................... ma anch'io volevo vedere filicudiiiiiiiiiiii!! solo che stasera invece me so' o beccata roma e la sua omnipresente civiltà, e francamente, beh, preferiv il rumore del mare :-) Rispondi


  • davide

    Posted: 19 Novembre 2007


    Non avevo dubbi della mia ignoranza a proposito...ma suonava bene e poi alla fine della malvasia ogni errore è perdonabile. A Pecorini a mare gli abitanti sono aumentati del 100% ora siamo in due e fuori la luna illumina la Sicilia lontano le luci di Cefalù, il silenzio è grande tutto attorno. I pensieri fanno rumore, le parole monologhi allo specchio mentre mi rivesto dopo la doccia. solo la fredda luce del portatile illumina ciò che basta della tastiera. Sto proprio male le placche nella gola a ogni colpo di tosse mi bruciano di più. Questa sera dal dottore in cima a Filicudi nella casa stile eoliana dove strumenti medici e lettini per visitare stanno nella prima sala e di là due letti per i ricoveri urgenti e ancora di là in una cucina un po' arrangiata al centro il tavolo vicino alla finestra un tastiera mi ha ricollegato a Pianogrillo un atmosfera diversa ma con alcuni fili di collegamento. Scarsamente illuminata rende credibile l'invito di domani da lui a cena dove mangeremo pasta e fagioli dalla ricetta di sua nonna e se riusciamo lo stocco alla messinese, mentre mi racconterà storie di pronto soccorso estremo, del fai da te dei non raccomandati, di chi vive a disposizione di 280 abitanti pretenziosi 24 ore al giorno...ma altro che tre stelle michelin, ma altro che lusso... ma altro che medici in prima fila. Alla fine a telefonato a Sline e riordinato le medicine giuste e mi dice che lo scatolo della mecine arrina domani...mi curo mi curo certo che mi curo. Tanti anni fa anch'io chiedevo troppo a qualcuno e oggi si ripete, sono ancora un pataratto con le ragazze. ciao alla prossima D@vide Rispondi


  • Lorenzo di Pianogrillo

    Posted: 19 Novembre 2007


    Quello che mi hai mandato è non è il concerto per viola e violoncello ma il preludio della prima suite in sol maggiore. Viola sarà quello che vedi se non ti curi il malanno, non fare l'eroe...prenditi qualcosa. In ogni caso il preludio dall prima suite è qualcosa di meraviglioso. TAnti anni fa avevo una ragazza , al conservatorio, alla quale chiedevo sempre di suonarlo, il preludio. Alla fine mi ha mollato, è scappata con uno della classe di tromba. E ci credo...Dopo ho imparto anche io. Ma lei era già andata. Ero proprio un pataratto con le ragazze... 'notte davide, se vedemu fitu... Rispondi



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