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Oggi, come capita ogni tanto, torno a casa per pranzare.
Come capita ogni tanto, mi sento dentro un senso di quotidianità quando incontro Lucio in via Bava verso le 13,00. Lucio il mio commercialista. La via è quella di casa: le Domenicane a metà strada, le carceri la in fondo, i portici sulla sinistra mentre arrivo dal mio studio, l’ora è quella della pausa pranzo. Quasi sento un senso di routine mentre ci salutiamo. Subito gli scappa “Ciao Davide, lo sai quest’anno ti ho diluito le tasse in sei rate”. Le gambe mi cedono, il passo rallenta. “Devi pagare parecchio di dichiarazione questa volta…” continua girando il dito nella piaga, poi si sforza per trovare le parole giuste per dirmi la cifra. Non ci sono parole giuste per le cifre, sono quelle e basta. Io “…ma come? Devo ancora pagare? Non ho appena pagato qualcosa?” Lui “Ma quella era l’IVA” e io “Minchia che palle, quando ti vedo non sono mai tranquillo.” Continuiamo a parlare e mentre mi racconta la storia io penso…“l’obiettivo è il pareggio, mi entusiasmo quando ci vado vicino. Ma poi quella storia del congruo e coerente o del non congruo e incoerente o del congruo e incoerente che ci capisco?…Si insomma sull’incoerenza ne so qualcosa, ma delle due parole insieme nel campo fiscale i conti non mi tornano. Quale calcolo cabalistico mi tocca fare per segnare giuste le spese, le entrate, la benzina, gli alberghi, i beni strumentali…? In che modo devo ottimizzare tutti i conti per pagare una volta tanto tasse meno squilibranti? Non capisco davvero come funzionano sti studi di settore e secondo me neanche chi gli studi di settore li fa ne capisce….e poi siamo in crisi. Lucio continua “Stanno ritoccando i parametri e le aliquote, hanno capito che sono troppo fuori dalla realtà e che troppi non ci stanno più dentro, siamo in crisi”. “Cambiano di nuovo?” dico “se compro attrezzatura l’ammortizzo, la diluisco nel tempo… però aumentano i parametri del reddito e poi non devo fare troppe scorte di magazzino. Se infine spendo troppo in pranzi e cene non sarei credibile, per non parlare delle fatture mai pagate… contano uguale, come se le avessi incassate. L’iva va pagata e nulla posso fare se quelli non mi pagano.” Una soluzione ci sarebbe, dopo averle provate tutte l’associazione fotografi professionisti, alla quale sono associato da anni, dice di provare questa: clicca, ma anche quello costa. Lucio mi spiega bene da buon commercialista la situazione fiscale. Mi dice di portarli tutte le fatture e che a fine giugno faremo la situazione. Io con la testa dico si, si. Si, ma penso bohhh. Siamo in crisi appunto. L’appetito viene meno mentre la quotidianità resiste. Arriviamo davanti casa mia e ci salutiamo “buon appetito”. Si dai, adesso chi ha più fame. Certo siamo in piena crisi. “Siamo” appunto. Mal comune mezzo gaudio non basta a giustificare la mia incapacità di contabile. Così salendo le scale rifletto e a ben pensarci un vantaggio sulla crisi io ce l’ho. In crisi ci sono da sempre. Chi mi conosce bene, conosce i miei malditesta continui, i miei maldipancia psicosomatici, il mio maldistomaco continuo, i miei scatti di nervoso e le prese di posizione contraddittorie, le mie lamentele costanti del “non ce la farò mai”. Chi mi conosce  sa bene che vivo in stato continuo di crisi. Crisi economica, crisi esistenziale, crisi sentimentale, crisi isterica, crisi… A ben pensarci è vero, nella crisi ci sguazzo da anni. Allora quando comincio a mangiare un senso di sicurezza mi pervade. Penso “Se sono andato avanti tutti questi anni sarà mica un tot di mila euro in tasse e altre bazzeccole di vita sentimental-patologica a fare la differenza?”. La crisi?… una risata appena isterica chiude la pausa pranzo mentre mando giù l’ultimo boccone.

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  • 8xbetred

    Posted: 25 Novembre 2024


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  • davide

    Posted: 21 Giugno 2009


    certamente non può esistere stabilità senza instabilità. Il percorso ad una temporanea stabilità passa sempre attraverso una crisi per il cambiamento. Un singhiozzo di vita infinito tra star bene e fatica, man mano evitando le buche più dure come diceva il cantautore. L'esperienza rimane è la costante nella crescita. Solo che a volte sembrano permanere più a lungo le situazioni di crisi. Una continua a volte pacata crisi permanente. Bahh? staremo a vedere. Rispondi


  • FrancescaV

    Posted: 21 Giugno 2009


    è vero, la crisi è un momento potenzailmente positivo, ma ad un certo punto sboccare in qualcosa, non può essere crisi perenne. Anche perchè finita una crisi ci dovrà essere sfogo per un'altra e un'altra ancora. E negli intervalli uno si gode la nuova stabilità, e si ricarica per ripartire. Rispondi


  • marco

    Posted: 10 Giugno 2009


    Forse avevano ragione i romani, col loro "carpe diem". E per oggi, ho il frigo pieno. Domani, vedremo. ciao :) Rispondi


  • Davide

    Posted: 7 Giugno 2009


    Il significato della parola crisi, ricordiamoci è cambiamento, passaggio da una situazione che nel bene o nel male sta mutando. Sta a noi venirne fuori e farne un'arricchimento, una crescita. Infatti per i greci il significato di crisi non era negativo come lo intendiamo noi oggi. Lo stato di smarrimento e confusione legato alla crisi ci disorienta, mettendo in discussione le nostre certezze. ben venga allora la crisi se serve a cambiare e a crescere. la parola crisi in cinese Wei-chi racchiude il senso di “pericolo e opportunità” bellissimo...insomma Charles Darwin ha scoperto l'evoluzione delle specie. In pratica passando da una crisi all'altra la razza muta e si rafforza continuando nell'evoluzione. Questo mi sembra il significato migliore della parola crisi. Chissà che minchia di specie di bestia verrò fuori a fine crisi...ciao baci Rispondi


  • arianna

    Posted: 7 Giugno 2009


    Davide, io la chiamo selezione naturale, la crisi. "La conservazione delle differenze e variazioni individuali favorevoli e la distruzione di quelle nocive sono state da me chiamate "selezione naturale" o "sopravvivenza del più adatto. Le variazioni che non sono né utili né nocive non saranno influenzate dalla selezione naturale, e rimarranno allo stato di elementi fluttuanti, come si può osservare in certe specie polimorfe, o infine, si fisseranno, per cause dipendenti dalla natura dell'organismo e da quella delle condizioni » (Charles Darwin, L'origine delle specie, 1859, p. 147) Chi riuscirà ad uscirne, anche se provato, sarà vincitore. La costanza è sempre quella che premia, che va oltre le mode, che continua imperterrita senza dar spazio all'occasione. Mi piace pensare che le piccole cose, quelle giuste, non esagerate, rimarranno in vita. abbraccio Rispondi


  • Davide

    Posted: 7 Giugno 2009


    Ti capisco e ti quoto. Ma uno di quei corvacci che sguazzano in questa crisi è prorio quello che ti ha accompagnato a casa: Il commercialista. Lui dice che tifa per te, ma in realtà è ben contento che le carte siano incasinate, per aiutarti (non senza dolore) a sbrogliarle. E' il terzo socio nelle ditte individuali. Chi sti mari naviga, sti pesci piglia. A presto Rispondi



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