Rientro dalla Francia. Ancora macino km (parecchi), questa volta in macchina. L’umore vaga tra alti e bassi e medi, insomma girare come una trottola non aiuta di certo l’equilibrio nella vita quotidiana, quella del “non lavoro”. Se mi fermo un’attimo e penso alla mia storia di “non fotografo” vedo alcuni buchi neri paurosi, minacciosi dove rischio giornalmente di venire risucchiato. Spesso schivo con arte l’attrazione oscura, ma questa volta scivolo intrappolato dai ricordi, lontani, passati, ma ancora forti e presenti. Le strade che percorro non sono quelle abituali e gli anonimi alberghetti che trovo ai bordi di esse non alleggeriscono certo il peso del sopravvivere a tali pensieri. Allora decido di lasciarmi trasportare dal vortice. Memorie, rimpianti, nostalgie; cerco di sentirne i profumi, toccarne le consistenze, vederne i colori, non faccio nulla per contrastare i dolori delle torsioni intestinali, non respingo niente anzi assorbo. Voglio vedere cosa c’è al fondo, voglio sfidare questa condizione che m’insegue sempre e non mi da tregua, voglio spaccargli la faccia. Questa sera sono incazzato. Ops…ma che vi dico a fare tutte queste mie elucubrazioni. Veramente volevo solo raccontarvi di quest’ultimo giro di foto a Severac le Chateau, di questo paesino tipico francese dell’ Aveyron della regionione Midi-Pyrénées dove lì vicino hanno costruito le viaduc de Millau il più alto d’Europa, vicino anche ad un’altro viadotto storico quello di Garabit costruito da Eifell, opera che precede quella più famosa della torre parigina. Volevo scrivere delle foto scattate all’interno della farmacia di Severac le Chateau progettata dallo studio Alfonso Maligno, parlare del nostro passaggio vicino alle Cave di Rouquefort e del fois gras… Dei paesaggi sulla costa che precede Montpellier dove i paesini tipici francesi fatti di case colorate con i pastelli profumano già di Camargue, di acquitrini e cavalli e tori neri, Arles, Avignon, Sainte Maries de la mer…Magari raccontarvi del posto dove ci siamo fermati a far colazione, a Méze, al bordo della strada dove c’è una piccola e tipica baracca di legno con la signora tipica anche lei che ci serve su un rustico piatto ricci di mare e ostriche e un bicciere di vino bianco. Finiamo poi di percorrere la stradina che finisce sul mare tra le baracche degli allevamenti di ostriche…e rientriamo a Fossano di corsa per fotografare le Colombe di Balocco. Insomma annoto un’altro giro, altre emozioni. Ora è sabato sera e sono a casa, tra poco preparo cena. Sul computer scrivo ancora e ordino le immagini e lascio passare ancora un po’ di tempo con una leggera ansia di prestazione…al solito continuo a girare dentro, ora chiudo. Ciao
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- Words by: Davide Dutto
- 14 Marzo 2009
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tartetatin
Posted: 30 Marzo 2009
..si toccano con mano i contorni, i confini delle tue foto..Le sfumature quasi si acccarezzano: le tue foto si animano, i sorrisi si aprono e i visi si muovono impercettibilmente come una sequenza ..lenta ,attenta..per poter cogliere tutti i particolari.. ...La tua Camargue, l'ètang mi riportano al 1975 quando ero a Sainte Marie de la Mer, ad Avignone a guardare i dipinti di Simone Martini... L'acqua ,il cielo , le nuvole sono le stesse ..intatte.. grazie per avermele riportate..
francesco
Posted: 21 Marzo 2009
ho vissuto molto o poco? mi è impossibile dirlo camminando sono caduto col viso a terra ho perso qualche cosa nella polvere ero albero, ero mare i miei usignoli erano in gabbia, non lo sapevo, i miei pesci erano nella rete è così, mia rosa, la tristezza, come una pietra bianca che lava la pioggia è così, mia rosa, scrivo quel che mi attravera e nessuno legge, nessuno ascolta. N.H. Ti abbraccio, fratello...remembar: scrivere è già metà della soluzione
Catherine
Posted: 15 Marzo 2009
Dommage que vous soyez passé si près de chez nous sans y faire une halte, j'espère la prochaine fois...Nous avons vu de nombreuses photos du viaduc de Millau mais encore jamais comme les vôtres! depuis la construction du pont de Millau le viaduc de Garabit est un peu oublié, c'est bien que vous en parliez. C'est dans département de l'Aveyron que sont les racines de Jean-Claude, ses parents sont nés à Sévérac le Château et ses grands-parents vivaient entre Millau et Roquefort (Saint Georges le Luzençon) tout près du viaduc. Bon travail avec les "colombes". Amitiés, à bientôt.
Felicia
Posted: 15 Marzo 2009
Non passavo di qui da mesi, troppo presa dal ritorno in patria e la frenesia di una Bologna tanto diversa dalle mie Eolie e dalla Valencia che mi aveva accolta per un anno tra le sue strade, i suoi ritmi ondeggianti e pacifici. Una Bologna in cui finalmente inizio a trovare una mia dimensione creativa e produttiva da sfruttare minuto dopo minuto, giorno dopo giorno, nella scalata verso nuove collaborazioni, nuovi contatti, nuove opportunità da non farsi sfuggire ma che ahimè talvolta scivolano tra le dita. E mi ritrovo a chiedermi? Oddio, ma quel blog, esisterà ancora? Si, esiste. Leggo ancora una volta con piacere le tue parole, ammiro i tuoi scatti, e mi sento di nuovo a casa. Grazie, e buon lavoro!