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“Ciao Davide”

La voce arriva da dietro le mie spalle, la in fondo al lungo corridoio che divide i vari bracci di Rebibbia.

“Ciao Davide?”

Sono solo mentre fotografo le strutture della mostra fotografica, l’agente è rimasto al cancello d’entrata; strano 1800 detenuti e quasi altrettanto agenti e qui mi sento quasi solo. Assurdo ragionamento mentre leggo e spesso vedo il sovraffollamento nelle carceri italiane… Si ma capisco anche che in questo momento i detenuti sono nelle celle, però l’effetto è grande. Cancelli e lunghi corridoi, linoleum nero a terra e l’eco di passi e voci lontane… odore di vernice fresca, domani verrà a far visita il Papa.

Ah si la voce, mi giro e dentro la stanza della biblioteca che s’affaccia al corridoio Salvatore. A maggio con lui siamo andati a cucinare per le cene carbonare.

Salvatore 29 anni di galera tutti d’un fiato e un anno ancora da passare, già organizza il dopo.

Parliamo brevemente, mentre mi fa vedere delle foto nella sua postazione computer sovrastata da una grande bandiera rossa con  la faccia di Che Guevara che sembra guardarci perplesso. Così inizia la mia giornata a Rebibbia. Mostra fotografica, rinfresco, rappresentazione teatrale e collegamento in diretta con Radio rai 1, entrata ore 12.30 uscita 19 circa.

Con Salvatore dicevo ci siamo conosciuti a maggio e anche l’agente mi riconosce, insomma un po’ ormai mi sento a casa… (mi si consenta la battuta stupida). La sensazione comunque è quella di conoscere in parte le dinamiche di movimento che all’interno di un carcere, sia pur grande come questo, ci sono. Quindi altra giornata intensa piena di parole e incontri fino allo spettacolo finale e poi l’intervista e la ripartenza per Fossano con previsione di arrivo a notte inoltrata. Ancora una volta le parole sentite e le persone incontrate sono entrate direttamente nell’animo provocando quelle sensazioni forti.

  • Francesca Barreca

    Posted: 19 Dicembre 2011


    Grande cosa quella che fai. Grande rammarico per non essere riusciti a venire, alla fine. Quelle foto in quei corridoi hanno un grandissimo significato, sono belle, sono chiavi per leggere. Grazie per aver tradotto le vite di quelle persone. Rispondi



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