L’altro giorno sono partito da Portopalo alla volta di Palazzolo Acreide dove durante il mese di agosto si svolgono i festeggiamenti del protettore S. Sebastiano. Lello Fargione è il mio punto di riferimento, nel tempo ci siamo incontrati virtualmente scrivendoci informazioni mail sulla festa, qui finalmente lo conosco realmente. Nonostante il suoi numerosi impegni di organizzatore Lello mi aiuta molto spiegandomi il programma e consigliandomi come e dove fotografare. Per la sistemazione mi indirizza nell’antico splendido Feudo Bauly da poco ristrutturato. Il feudo confina con un boschetto nell’affascinante campagna di Palazzolo, rimasta ancora oggi selvaggia. Così dopo essermi sistemato, preparo l’attrezzatura e vado a fotografare nella Basilica di S.Sebastiano la “svelata” del santo. Appena finita la messa cerco di organizzarmi per le riprese, ma in breve tempo mi ritrovo spinto dalla massa dei fedeli in delirio a ridosso dell’altare. Schiacciato, fotografo tra le urla e le braccia alzate verso il santo mentre è imminente l’apparizione della statua. Ecco ora appare dall’alto e avanza fino ad essere ben visibile a tutti i fedeli. Tutti urlano sempre più forte ” …e chi siemu tutti muti, sammastianu pi la vita patronu..”,”…e ciamamulu ca ni senti sammastianu pi la vita patronu”. Ora le grida sono diventate un’unica grande ovazione. In questi momenti ho poco tempo per ragionare e mi lascio trascinate dall’emozione dei fedeli, dalle mani protese, dagli occhi lucidi, dal sudore spruzzato sull’obbiettivo. Fotografo senza potermi muovere di un centimetro. Tra una spina e l’altra mi accorgo che al mio fianco un’altro fotografo sta riprendendo le stesse azioni e ogni tanto, un gomito, un pezzo d’obbiettivo entrano in campo mentre riprendo l’evento, ma collaboriamo e cerchiamo di non darci troppo fastidio. Tutto sembra passare in un attimo e la cerimonia finisce, la gente sfolla lentamente ancora eccitata e appassionata. Scambio così due parole con il collega al mio fianco, si chiama Filippo Minnito e vive e lavora a Terrasini vicino a Palermo, parlando ci accorgiamo che stiamo facendo progetti simili in Sicilia. Parliamo ancora il giorno dopo mentre ci prepariamo a fotografare l’uscita dalla chiesa e mi presenta la sua bella famiglia. Comincia la processione, la “sciuta” alle 13.00 (due artistici fercoli, sotto una pioggia multicolore di migliaia di nzareddi, lo sparo di bombe, il suono delle bande e l’offerta dei bambini nudi, processionano lungo le strade del centro storico, sorretti a spalla nuda dai portatori, seguiti dalle devote del viagghiu scausu e dalla folla dei fedeli.) e tutto diventa di nuovo eccitazione, urla e pianto, mentre i botti esplodono lanciando nel cielo migliaia di strisce colorate (nzareddi). Le reliquie e la statua del santo vengono portate giù dalla ripida scalinata a spalla nuda dai portatori. Il percorso si snoda tra i vicoli del paese, i bambini nudi vengono alzati sul carro per essere esposti al santo e alla folla, le offerte in denaro vengono appese davanti al statua del santo. Fotografo a ripetizione tutte queste fasi, avanzo davanti alla processione spintonato dalla gente e schivando i portatori sto attento a non creare intoppi e a non farmi sopraffare da altri fotografi professionisti e non… a sera tardi finisce così la giornata-battaglia e torno nella mia camera con vista sui boschi, scarico le immagini sul computer, sono stanco,domani parto per tornare a Portopalo…
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- Words by: Davide Dutto
- 15 Agosto 2007
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Giuseppe Aquino / Guarrasi
Posted: 20 Ottobre 2009
Sono Americano. I miei nonni erano dagli Sicilia e Napoli. siamo arrivati qui uno cento anni fa. Queste photi sono bellissimo... Abito in NY e il Citt'a e' grande. Otto millione persone e nessuno si conoscono ogni altri. lavora, lavora, lavora., che e' che abbiamo fare... Gli italiani sono belli persone. Recordate, abbiamo trovato gli Stati di Uniti con Verrazano e il Cina con Marco Polo. Nessuno si vende Italia piu di meglio poi gli Italiani... La Dolce Vita... Tutti lo vorrebbero ma non tutti lo potrebbero avere... Allora... Luongo vita gli italiani,