In qualsiasi posto ad Alicudi che devi andare o si scende o si sale. Arrivando al porto già vedo le case incollate sull’isola a strapiombo sul mare. Sbarco e guardo in alto, l’isola si sviluppa in verticale come una Manhattan dell’arcipelago Eoliano ma non ci sono ascensori o scale mobili, bensì muli e stradine e scalinate. La mia pessima condizione fisica, non mi permette di sprecare energie così salgo molto lentamente per le ripide stradine. Il sole finalmente picchia e fa piacere risentire il profumo del caldo di qui. Salgo insieme a Giuseppe guida e aspirante fotografo, io seguo lui e lui segue me. Camminiamo anzi ci arrampichiamo e scattiamo fotografie ad ogni abitazione dove sempre un terrazzo tipico Eoliano da sballo si affaccia tra cielo e mare. Sembra di volare quassù. Siamo all’ennesimo tornante e mi sento già venir meno, sudo a fontanella e gli antibiotici li sento tutti nelle gambe e nella pancia. Ma scatto foto senza mostrare segni di cedimento, fotografo-eroe scalo Alicudi fino alla chiesa di S. Bartolomeo, naturalmente panoramica. Ci fermiamo per pranzare, anche se prima preferirei vomitare. Da sotto mi sono portato il pane e il tonno e trangugio la bottiglietta d’acqua quasi tiepida, mi siedo infine a parlare con Giuseppe. Parliamo e scatto fotografie, chiudo il diaframma per aumentare la profondità di campo, uso il grandangolo e poi il tele e poi cominciamo subito la discesa. Lei si fa chiamare Anandasi, non è di qui ma ci vive da quarant’anni in una casa sistemata e non ristrutturata, pochi mobili, quelli indispensabili. E’ un’artista, l’ho conosciuta alcuni anni fa’ e ci fa entrare quando passiamo da lì poi ci sediamo a parlare, anzi lei parla e noi ascoltiamo. Ad Alicudi (80 anime) anche se ci nasci e poi ci abiti lo fai per scelta, non è facile. Un grande amore per questo scoglio mistico e selvaggio in mezzo al mare. Anche il gestore dell’alimentare a suo modo è un’artista, quando arriviamo giù, con orgoglio ci dice che per tutto l’anno tiene aperto il suo negozzietto, come se la sua fosse una missione un dovere verso chi potrebbe aver bisogno di qualcosa. Segna i sentieri e le viuzze dell’isola su una cartina con i vari nomi e ci racconta delle sue escursioni estreme. Alla fine passo ancora dalla guardia medica, dove naturalmente ci precede un grande terrazzo soleggiato sul mare e busso poi apro la porta e poi leggo li vicino l’avviso che dice: “per chiamare il medico non c’è bisogno di buttare giù la porta. Basta suonare il campanello qui sotto. Grazie”, un po’ imbarazzato chiedo una piccola visita. Mi controlla la pressione e il mio stato fisico, ma visto che devo averlo svegliato non faccio molto affidamento sui valori usciti… e c’imbarchiamo sull’aliscafo mentre scattando ancora alcune fotografie. Sono cotto quando sbarco a Filicudi e vedo la mia macchina, la strada, delle case in piano e mi sembra una grande civiltà e un lusso essere qui sperso a Filicudi. Questa sera capperi e antibiotici per tutti.
- Previous Post
- Words by: Davide Dutto
- 24 Novembre 2007
- 4 Comments
- Next Post
Paola
Posted: 30 Agosto 2009
ciao Davide, beh è passato qualche anno dalla pubblicazione della nota di alicudi, ma io la sto scoprendo soltanto adesso.. mi ha colpito molto la foto fatta ad ananddasi, che dire è bellissima.. sembra che tu gliel'abbia fatta dal riflesso dell'acqua della sua pietra cava, è così? in ogni caso, complimenti, per questa e per le altre fotografie. e mi scuso per l'intrusione, ma non sono riuscita a farne a meno!! =)
Fabio
Posted: 26 Novembre 2007
E tornano i capperi nelle tue storie... ma continuano a mancarti le storie di capperi a Saluzzo. La storia del "coraggioso" votato a tenere aperto il suo negozio tutto l'anno mi ha fatto tornare in mente il panettiere di Bellino (CN), montanaro votato alla sopravvivenza in un contesto ambientale pari a queste isole... sopravvivenza ai ritmi lenti della montagna, schiacciato dallo stato burocrate che lo vorrebbe chiuso... mi hai ricordato l'ultimo libro dell'amico Paolo Massobrio che, in "Umano Piemonte", racconta di Bellino e dello gnomonista che ti scrive... A presto. Fabio
gesco
Posted: 25 Novembre 2007
le vite (pablo neruda) ... perchè non sai che con me han vinto migliaia di volti che non puoi vedere, migliaia di piedi e di petti che marciarono con me, che io non sono che non esisto che son solo la fronte di quelli che vengon con me, che son più forte perchè reco in me non la mia piccola vita ma tutte le vite e vado innanzi sicuro perchè ho mille occhi, batto con peso di pietra perche ho mille mani e la mia voce s'ode sulle rive di tutte le terre perchè è la voce di tutti quelli che non parlarono, di quelli che non cantarono e oggi cantano con questa bocca .... Le immagini altro non son che canzoni cantate con gli occhi; il tuo essere lì trasforma la vita delle persone che incontri e dei luoghi che percorri, modellando la tua proprio come la voce del poeta. ..." Se tu mi addomestichi, disse la volpe al Piccolo Principe, sarai responsabile.....ed il grano che per me era, ecc." Ciau Da!
giorgia
Posted: 25 Novembre 2007
Caro Davide, io di foto non ne capisco un tubo, ma di certo so distinguere una bella da una cattiva foto in base alle emozioni che può suscitarmi. Ti ho osservato finora in silenzio, ma quando ho visto la foto dell'uomo seduto sugli scogli, tutto in nero a contrasto col mare, non ho resistito a lasciare un commento per farti finalmente i miei complimenti. Mi piacciono moltissimo le tue foto, e usare come oggetto le Eolie a me tanto care, me le fa apprezzare ancora di più. Grazie, perchè guardare il tuo blog è come tirare un sospiro di sollievo in una giornata buia e monotona. Aspetterò di vedere una tua mostra. Giorgia