Questo è il fotoblog di Davide Dutto. Visita anche: Facebook Pinterest YouTube Instagram Cibele Edizioni Sapori Reclusi

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L’onda lunga del viaggio in Sicilia si scontra con le realtà del rientro e scivola via sulle mille cose che devo fare e fotografare qui a Fossano. Dalla valigia mezza sfatta sul pavimento, escono ancora i profumi di capperi e le bottiglie di malvasia. In studio le immagini sul computer sono quelle delle isole e dei lavori di sala posa. La doccia a casa è quella mia. Mi sento come dopo un viaggio intercontinentale con il fuso orario sbagliato…Nelle orecchie sento le parole in dialetto stretto, capito a metà del contadino che mi racconta della sua casa venduta e di come si viveva molti anni fa a Chiaramonte nel ragusano. I gesti delle mani spiegano come parole storie lontane, di quando giovane pestava l’uva con i piedi, di come suo padre costruiva la casa di famiglia e ancora altre. Parole siciliane nelle orecchie che si mescolano a quelle Tibetane, oggi mentre fotografo il Dalai Lama a Torino. Parole importanti, parole che insegnano. Fotografo in situazioni difficili, mentre giornalisti e fotografi accreditati spintonano al suo arrivo. La luce, la distanza dal soggetto e il flash sono da impostare meglio…scatto e mi muovo tra una giungla di zoom e telecamere che puntano lì davanti, di fianco, sopra… sono a circa 80 cm dal Dalai Lama che parla, appoggio la mano che impugna lo zoom sul tavolo per essere più stabile. Naturalmente devo tagliare i microfoni dall’inquadratura, poi sposto le bottiglie dell’acqua e i bicchieri davanti, mentre i colleghi spintonano e chiedono spazio, ma soprattutto devo scattare al momento giusto. Dalla finestra il sole mi spara in faccia una botta di luce, interessante effetto sulla faccia del Dalai Lama. Così continua la conferenza stampa e alla fine riesco anche a seguire ciò che dice, anzi quasi quasi faccio un paio di domande, ma poi mi basta salutarlo e stringerli la mano mentre finta la conferenza ci spostiamo nell’auditorium della rai dove il pubblico aspetta il suo arrivo. Continuo a scattare e ascolto le parole tradotte perfettamente dal suo assistente. Poi seduto per terra davanti al palco guardo la sua faccia, le sue mani, le scarpe, i particolari che solo chi è così vicino può notare. Muove le braccia e spiega. Di colpo, forse ancora condizionato dal fuso del sud, mi tornano in mente i movimenti e la faccia del contadino di Chiaramonte, rivedo le parole spiegate con i gesti e forse penso che per questa sera sono troppo stanco per andare avanti…

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  • davide

    Posted: 17 Dicembre 2007


    Paola, conosco bene ormai gli accenti siciliani e ne animali, ne persone strane mi sembra di vedere anche se di tipi strani a volte se ne incontrano un sacco in giro... qui dalla mia piemontitudine vi vedo bene. ciao a presto in Sicilia Claudio...arrivo butta i tajarin e scalda il sugo Troppo buona Lucy ciao Rispondi


  • Lucy

    Posted: 17 Dicembre 2007


    Che meraviglia questo confronto. Che meraviglia questo incontro. Sono in conteplazione.... estasiata... Sei davvero grande! Rispondi


  • grazia

    Posted: 17 Dicembre 2007


    Il Dalai ha detto «Ho trascorso mezzo secolo senza nazione, adesso che ho trovato casa sono felice». Non ha importanza dove ci si trovi e se la nostra casa sia dove la immaginiamo. Ha importanza ad un certo punto poter dire di essere felice di sentire di averne una. E penso che ognuno di noi abbia la sua casa dove trova accoglienza e perciò deve essere in grado di fare altrettanto con gli altri. Le fotografie (spesso) rimandano alle "case", al conforto amicale e all'accoglienza trovata e data...in questo restituisci l'emozione di una presenza anche laddove non siamo stati, anche dentro il palmo di una mano. Rispondi


  • claudiozen

    Posted: 17 Dicembre 2007


    Queste immagini mi fanno capire ogni volta di più quanto la buddhità sia intrinseca in ogni persona e quanto ogni persona grande, piccola, santa o no la possieda. Ciao Davide, vieni a trovarmi in "piola" e vedrai quanti spunti (e spuntini) troverai per il tuo lavoro (e per la tua pancia). Fate senti! Rispondi


  • paola

    Posted: 17 Dicembre 2007


    Quanta storia nelle linee di quella mano. Di quelle mani. Solo non vorrei che ci vedessi, noi siciliani, come quegli animali strani descritti da Marco Polo al ritorno dalle terre d'Oriente. Ma forse sei molto più lucido tu nell'osservarci di quanto non lo sia io, sicula a metà ma pur sempre immersa nella mia sicilianitudine fino al collo. Grazie di avermi fatto scoprire questo spazio. Rispondi


  • sabrina

    Posted: 17 Dicembre 2007


    Che emozione rivedere il Dalai Lama! Con Cristiana siamo stati la scorsa domenica al Palasharp a Milano ad assistere alla sua conferenza pubblica ed è stata un'esperienza veramente incredibile! Stupenda la foto con la mano davanti al viso, geniale l'accostamento con l'anziano siculo.............. Rispondi


  • Elisa

    Posted: 17 Dicembre 2007


    Che grande emozione deve essere stata! Bellissima la prima immagine con la mano del Dalai Lama in primo piano e, sfocato, il suo volto sullo sfondo. Magico l'alternarsi con il viso e i gesti del contadino, di una sensibilita' unica il tuo sguardo sul mondo. Rispondi



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