I pesci sulle bancarelle del mercato sono ormai morti, sistemati nelle cassette tra ghiaccio e urla di “fresco fresco” li guardo. Sono attirato dai forti colori e dallo sberluccicante squame argento vivo, dagli occhi lucidi che riflettono le luci appese sotto gli ombrelloni rossi. Il ghiaccio mentre si scioglie sgocciola l’acqua sull’asfalto pregno di odori forti. Decido di comprare alcune acciughe, sardine, triglie, gamberi… per fotografarli in studio. Voglio fissare quei riflessi, quei colori in immagini. Così arrivo a casa e monto lo sfondo bianco, sistemo le luci e appoggio delicatamente l’acciuga da un lato. Un attimo prima di cominciare le riprese la guardo li coricata priva di contorni, priva di altri pesci, di ghiaccio, di reti e soprattutto del mare. Chissà, nel caso avesse potuto immaginare, se mai un pesce possa immaginare, la sua collocazione in un set fotografico a poche ore dalle nuotate in banco assieme ai suoi simili…Così rifletto e vago demenzialmente in pensieri del genere mentre cerco di posizionarla con prospettive significative. Vedo forme inconsuete ed espressive, fotografo con l’obbiettivo macro e la profondità di campo al minimo crea delle bellissime sfocature. Provo a sistemarla con un filo da pesca in una posizione più plastica. La bocca si spalancata ed è inaspettatamente grande e minacciosa la coda sfocata leggermente curva simula il salto…quando l’acciuga s’incazza sarà questa la sua faccia?…
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- Words by: Davide Dutto
- 1 Febbraio 2008
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claudio
Posted: 1 Febbraio 2008
... luce, colore, taglio, ritmo e contrappunto, mettiamoci anche il "contenuto letterario" del testo mai banale ed abbiamo la dimostrazione di quanto le definizioni siano sempre riduttive:- "fotografo" non basta... ... fare qualcosa insieme un giorno o l'altro ?... Per ora grazie e complimenti, Claudio