La barca di questa mattina non è più una barca, è una nave e mi porta a Genova, le Grandi Navi Veloci…24 nodi, 358 eruo cabina singola e macchina a bordo, insomma si naviga verso Genova da Palermo tipo crocera. Finalmente dopo 20 giorni pieni di storie da ascoltare e da fotografare posso ora riposarmi sul ponte attrezzato con sdraio per turisti e scrivo:
Le mie origini sono quelle della pianura Padana ai piedi delle alpi occidentali, dove dall’orizzonte si alzano le alpi liguri, le marittime e le cozzie. Il Monviso stacca su tutte le altre cime e caratterizza fortemente il paesaggio, i romani lo nominarono Mons Vesulus, il monte visibile. La campagna è quella del cuneese modellata dagli allevatori di bovini della razza piemontese e dai contadini del grano e del granoturco, dei fagioli e delle pesche. In questa parte del Piemonte le quattro stagioni sono ben definite tra loro, l’inverno spesso però dura di più e l’estate, quella vera passa velocemente, al primo temporale verso fine agosto già è al declino. Sono abituato a questo paesaggio, sono abituato vedere la sera il sole tramontare dietro la siluette nera delle montagne e vederlo nascere dalla parte delle Langhe, le basse e dolci colline del Barolo e del Barbaresco, di Alba. Insomma sono un piemontese cuneese tipico, questa è la mia realtà. Dall’altra parte dell’Italia poi c’è la Sicilia, aperta ai quattro venti, isola e terra di conquiste e di domini e di mescolanze di razze, terra appunto di una grande isola. Quando si pensa alla Sicilia si pensa al mare e al sole, si pensa all’arte, ai frutti dai sapori forti, alle arance e ai limoni, alle mandorle e ai capperi, alla malvasia e alla ricotta fresca per i cannoli, alle granite con la brioche gustate nelle calde mattine di scirocco e al pesce fresco cucinato in mille tipiche ricette, dall’involtino di pescespada alla zuppa di fagioli alla messinese. S’immagina dunque una Sicilia dei prodotti straordinari e dei panorami mozzafiato, alle cartoline di spiagge e porti con barche colorate, cielo blu e mare infinito. Non immaginiamo invece la Sicilia dei produttori, quella fatta di uomini e di donne siciliani che coltivano e che raccolgono i frutti di questa regione spesso arsa dal sole, non pensiamo ai raccoglitori di sale di Marsala e di Trapani, uomini neri che caricano cariole spalando la crosta di sale dalle vasche anche quando lo scirocco soffia 45-50 gradi. Non sappiamo delle vendemmie fatte di notte per sfuggire il caldo sole di agosto. Non sappiamo niente anche dei pescatori che vivono in costante galleggimento sulla superficie del mare, li vediamo a volte al porto, il mattino presto scaricare pesce nelle cassette con il ghiaccio. Non li vediamo mentre calando le reti anche quando il mare è grosso, nelle partenze di notti invernali, nelle lotte di soppravivenza ingaggiate tra uomini ed elementi, nelle lotte tra uomini e uomini, tra uomini e pesci, tra uomini e legge. Una vita sempre in bilico tra fallimento e guadagno. Battaglie come quelle che verso giugno s’ingaggiano nello stretto di Sicilia tra le barche tunisine, spagnole, francesi, croate, algerine, giapponesi, siciliane tutte alla ricerca dei branchi di tonno che in questa stagione passano nel mediterraneo per riprodursi. Come su una scacchiera infinita i pescherecci fanno le loro mosse inseguendo il pesce, schivando e anticipando concorrenti pronti a calare le reti e accerchiare i tonni. Reti lunghe 2 km e profonde 200 metri vengono calate con virate perfette accerchiando il tonno mentre le lance gettano l’esca per mantenere il pesce al centro della calata. Nascono così alleanze e strategie non prive di tradimenti. Il tonno, il capo branco dirige fiero il suo branco a mangiare l’esca gettata dai pescatori mentre dalle barche parole siciliane e arabe, spagnole… urlate impartiscono ordini agli equipaggi. I tonni in superficie, a volte in branchi di 1000-2000, guizzano veloci mangiando l’esca in maniera concitata fin quando per questione di minuti rischiano la cattura. Il capo branco decide allora di scendere in profondità proprio un attimo prima che la rete chiuda in foro alla base e tutti i pesci riescono ad uscire agilmente fino all’ultimo. Furbo è ormai diventato il tonno, una preda difficile anche per pescatori esperti. Sulla barca tutti arrabbiati discutono animatamente su come potevano fare meglio. Troppo bordello, le lance a mare e tutte le urla hanno messo in allarme il pesce. Piano, bisogna scendere l’esca piano con ritmo calmo e continuo, mentre il pesce mangia e la barca alleata fa la cala, bisogna continuare a gettare l’esca regolare, continuare e poi chiudere velocemente il fondo per prendere l’ambito pesce. Si però ci sono le barche francesi, le migliori. Affusolate tagliano il mare veloce, sono potenti anche a chiudere le reti da sotto hanno pompe molto veloci, guadagnare quei 5-10 minuti nella chiusa è vitale….eh le barche francesi però sono le migliori. Poi ci sono le tunisine e le algerine più arruginite, ma in evoluzione, anno dopo anno stanno diventando un vero concorrente difficile. Gli africani hanno imparato a pescare i tonni sui pescherecci dei Siciliani di Mazzara del Vallo, hanno imparato le tecniche di pesca e piano piano si sono comprati le barche e con le prime catture sono riusciti a pagarsi le attrezzature e a crescere, ora insidiano i tonni al di fuori delle norme della comunità europea con grande scontento dei pescatori siciliani…privi di pezzatura minima di cattura e con la possibilità di pescare quando la comunità fa il fermo pesca possono calare indisturbati senza altri rivali fino ad agosto, ma questa è politica non vorrei entrare nel discorso anche se successivamente sarà essenziale capire queste problematiche per conoscere meglio questa realtà di pesca. Nascono allora le alleanze, e le strategie per catturare il pesce collaborando tra tunisini, algerini e siciliani. In questi caldi e movimentati giorni sono su un peschereccio con 15 pescatori Licatesi dall’accento stretto, dalle parole intraducibili per me povero pivello piemontese al primo imbarco serio… Situazione surreale a volte mentre passiamo a 75 miglia da Tripoli al limite delle acque territoriali, solo mare per giorni e giorni a volte mosso a volte meno, viaggiamo di continuo ma per me potremmo essere sempre nello stesso punto. Non riesco a immaginare il viaggio senza veder cambiare il paesaggio intorno, provo ad orientarmi con il sole, con le stelle ma non me la cavo bene, mi sembra sempre di essere fermo eppure la prua spruzza onde in questo mare piuttosto mosso mentre viaggiamo almeno a 13 nodi. I ritmi sulla barca sono quelli determinati dal giorno e dalla notte, dal pranzo e dalla cena spezzati solo dal momento dell’avvistamento del pesce, allora tutto viene messo in secondo piano si mangia velocemente o si lascia tutto nel piatto, si corre fuori sul ponte al mattino alle cinque ancora semi addormentati per mettere le mani nelle cassette di sarde e gettarle in mare per attirare i tonni. Ritmi intercalati sempre di più man mano che la stagione avanza e i tonni eccitati dalla fase riproduttiva rimangono finalmente presi tra le reti dei pescatori. Quando tutto scorre tranquillo invece all’ora di pranzo e di cena siamo tutti riuniti nella sala mensa, viene servito sempre prima il capitano e poi la ciurma. Tutti parlano in licatese e lo parlano bene e veloce, io tuttalpiù riesco a capire una parola su 20 e faccio cenni con la testa e sorrisini come quello che non ci capisce ma vorrebbe capire. Poi ogni tanto il comandante mi spiega in italiano delle cose e altri, i più vecchi che l’italiano davvero non è cosa per loro, si sforzano per comunicare con me. Mi sento veramente imbranato, escono fuori semi discorsi seri e poi impacciati dalle terminologie ne italiane ne licatesi vengono fuori parole dai sensi errati, astratti e si ride, si finisce sempre con qualche battuta…Io cuneese ma che ci faccio su una barca nello stretto di Sicilia con 15 pescatori licatesi e barche arabe tuttintorno? Questo me lo chiedono anche loro…strana combinazione, improbabile realtà. Dopo la prima settimana di navigazione però riesco in qualche modo a essere più partecipe alla vita di bordo, non sono più solo un fotografo a bordo, ma piano piano si crea una buona relazione e ormai quasi ci capiamo in tutto. Continuo dunque ad osservare e fotografare tutto cio che vedo, tutto cio che provo, sensazioni forti di mattanza, sensazioni forti di vite al limite della soppravvivennza o della buona e ricca pesca. Nicolò il macchinista mi dice: “sai davide a noi piace così, non sappiamo se pescheremo, ma forse pescheremo e forse anche molto. A noi piace anche così. Non è cosa per noi la paga sempre uguale, le 8 ore di lavoro in fabbrica, qui si fanno le cose che servono, un po’ di tutto per far andar bene la barca a terra tanti sono i lavori inutili solo per far passare del tempo, io non ci sono abituato non ci riesco proprio”…e capisco la sensazione di sfida e di azzardo che il pescatore gioca con il mare, scommette ogni giorno come sul tavolo verde dei casinò la sua vita di abile uomo del mare galleggiando e rimanendo sempre a galla anche quando come in questi giorni la comunità europea decide il fermo pesca anticipato. Dramma per chi ancora la quota non l’ha raggiunta e a fine mese deve pagare mutui ed equipaggio, cifre enormi senza aver pescato i tonni la roulette si trasforma cosi in quella russa con sicuramente vittime che in questi giorni dovranno fare i conti con le banche. Non dico che il pescatore è un santo e non dico l’opposto, penso solo che come tutte le realtà fatte di uomini ci sono quelli che fanno i furbi e altri che vorrebbero essere in regola, in questa realtà io mi sono immerso in questi giorni pescatore di fotografie pensavo di vedere pescatori tirare reti, sistemare tonni nelle gabbie, manovrare barche con mare forza 8, ma ho visto molto di più. Devo ancora digerire l’intero viaggio che sta finendo, questo progetto sarà finalizzato al prossimo libro che dovrebbe intitolarsi “il cibo dei pescatori”…ora un paio di giorni per rimettermi in sesto lavorando in studio dovrebbero bastarmi. ciao a presto.
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- Words by: Davide Dutto
- 20 Giugno 2008
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davide
Posted: 2 Luglio 2008
Oh bene Catherine, finalmente mi scrivi un commento. e si così il mio blog prende un aspetto internazionale ora francese...Magari prima o poi arriverò anche li a fotografare les pêcheurs francesi dalle origini italiane. Ci cediamo presto comunque da nelly a mangiare un boccone ciao Davide
catherine
Posted: 1 Luglio 2008
Bonjour david, merci pour ces belles photos qui nous font voyager sans sortir de chez nous. Pour les commentaires c'est un peu plus difficile car mon italien est "pauvre" mais j'arrive à comprendre l'essentiel. Nous aimons bien aller nous promener à Sète, ville portuaire où nous regardons les bateaux de pêche mais depuis les quais. Beaucoup de pêcheurs ont des noms d'origine italienne car la ville a été créee avec des italiens du sud de l' Italie. Mais nous apprécions quand la chaleur arrive de retrouver les alpes piemontaises avec le Viso comme repère. A bientôt.
davide
Posted: 21 Giugno 2008
Enzo: Tra Cuneo e Licata abbiamo gettato un ponte, un contatto. Pescatore di acqua dolce, dei torrenti di montagna, dei sentieri in salita e delle camminate in alta quota sono io. Questa esperienza con voi è stata importante, ho sfiorato la vostra realtà sentendo le fatiche , i sacrifici e i forti sapori del mare e del sale... Spero che tutte le cose per voi si aggiustino almeno per quest'anno, spero di tornare magari a settembre per fare altre foto...sicuramente scendo e passo ancora di quest'anno vorrei poi parlare seriamente del progetto libro... Spero che sarete a mare presto, peccato che non ci sarò, ma ci saranno altre volte di sicuro ciao a presto Davide Ciao a tutti grazie a voi
.monica.
Posted: 21 Giugno 2008
Grazie Davide per il tuo viaggio di cuneese tra i tonni e non solo, le foto sono il ritratto di un mondo per me completamente sconosciuto. Una vera sorpresa. Mi interessa il tuo racconto in cui leggo delle montagne che conosco, e non trovo gli errori sui nodi, ma io non distinguo l'acqua dolce da quella salata come tanti altri che da questa tua esperienza hanno solo da imparare...ed anche le parole che scrive Enzo nei commenti, mi piacerebbe sentire raccontare ancora della sua storia ... la storia che vedo nelle tue foto! grazie ai pescatori e a te davide!
Michele Marziani
Posted: 21 Giugno 2008
Sì. è vero, Davide, sei un grande. Hai mosso l'obiettivo verso l'infinito. Hai squarciato un orizzonte. Ti abbraccio. Un po' ti invidio:-)
Enzo del Michelangelo
Posted: 20 Giugno 2008
Ciao Davide ho letto con piacere il tuo articolo e sulle foto poì non avevo nessun dubbio, a modo tuo anche tu sei un pescatore di attimi che fuggono!, certo nell'articolo qualche erroruccio qua e la c'è, (gradi che diventano miglia, miglia che diventano nodi, ecc...) ma per uno che viene da Cuneo sono dettagli che gli si possono perdonare. No quello che mi preme farti sapere e che sono contentissimo che tu in questi giorni (di fuoco) hai condiviso con noi le gioe e i dolori di questo nostro bistrattato mestiere. Certo qualcuno dice che il giro di milioni che c'e intorno ai tonni e grande come se fosse un male (in questa nostra Italia sommersa di debiti e tasse!) senza considerare le persone ma sopratutto le famiglie che ci campano. Qualcun'altro dice che il tonno pinna gialla e in estinzione e che quindi bisogna protergerlo, cosa per altro non vera (ci sono stati dei periodi di magra che con le regolamentazioni di prima hanno prodotto una ripresa della specie e tutto sarebbe andato bene se non ci fossero state queste nuove leggi killer fatte da gente che non distingue l'acqua salata da quella dolce! e che stanno ucciendo il settore mandando sull'astrico una infinità di famiglie). Vedere uno come tè che si butta a capofitto in una avventura come la nostra, documentando con foto e articoli una realta, un settore come tanti in Italia che come pilastri cercano affannosamente di tenerla in piedi, mi dà sicuramente una piccola speranza. Adesso sono a casa davandi al pc a scriverti ma vorrei tanto essere li in mare, specialmente ora che il periodo di pesca si fà vivo.
VITO CULTRERA
Posted: 20 Giugno 2008
ASPETTAVO CON ANSIA LE TUE PAROLE CHE HO LETTO IN UN SOL FIATO E LE TUE IMMAGINI CHE NON MI STANCO DI AMMIRARE. SEI GRANDE. UN IN BOCCA AL "TONNO" PER IL TUO LAVORO.
sweetvi
Posted: 20 Giugno 2008
ho assaporato le tue foto, si! perchè attraverso i tuoi scatti ho sentito sapori, odori, rumori... ho letto molte delle tue parole che fanno da cornice a ciò che imprimi fotografando. Sono siciliana e il tuo "tour" alle isole è stato davvero formidabile... I miei complimenti per te... Sweetvi http://sweetvi.splinder.com