Torino Accademia Albertina delle belle arti, aula di Plastica l’altra settimana.
All’accademia, se solo avessi avuto un po’ di testa allora ci sarei pure andato, ma la voglia di quei tempi non era certo quella di studiare, chissà poi qual’era. I soffitti alti e le vetrate enormi, poi le luci al neon e naturali e i rumori con eco, le voci nei corridoi e nelle aule, porte sbattute e passi di corsa, qualcuno ride, altri si preparano. Immagini attuali e anche ricordi… e si… pochi in effetti, di quell’unico anno all’Istituto d’Arte Amleto Bertroni a Saluzzo. Se ci penso un po’ in effetti mi girano le palle, potevo… se solo finivo…se avessi scelto…ma come al solito niente recrimilizzazioni sul passato…va tutto bene così com’è o almeno spero. Comunque nell’aula di plastica mentre scatto le foto riconosco bene quei profumi di creta umida, di polvere di gesso, di muri scrostati, cancelleria, legno…la voglia di tornare indietro nel tempo mi sale su dalla pancia. Chissà poi come mai certi periodi, per quanto brevi, rimangono sempre dentro di te vivi e attivi, sospesi come se non fossero mai passati, senza inizio, senza fine. Quei ricordi stanno semplicemente lì, stazionano nella parte più emotiva del cervello; poi per qualche motivo a volte apri delle porte e risenti e rivedi facce, suoni, profumi, parole come fossero ora, presente o almeno fuori dal tempo. Pensieri consolidati che finiscono per essere parte quasi fisica di te, di come sei. Penso appunto a questo mentre scatto le immagini di facce che diventeranno poi sculture. Gli alievi a turno si posizionano davanti a me e fanno smorfie diverse: sorriso, riso, pianto, rabbia, stupore, paura, tristezza, diffidenza…quasi come i miei pensieri, backstage of make face on.
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- Words by: Davide Dutto
- 18 Gennaio 2009
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Fra
Posted: 18 Gennaio 2009
Che emozione deve essere stata assistere alle lezioni di quei ragazzi...e riuscire a cogliere nei loro volti i sogni che si portano nel cuore Adoro il modo in cui fotografi Un abbraccio fra