Di solito per il bravo fotografo di paesaggio le prime ore del mattino e quelle del fine pomeriggio sono tradizionalmente le migliori per scattare foto.
In questi giorni sto facendo molte fotografie al paesaggio, sono un po’ pigro alla mattina e al pomeriggio stremato dal caldo e dal viaggiare lascio la macchia fotografica nello zaino.
Quando mi muovo, nelle ore centrali del giorno sotto il sol leone, mi piace percorrere le stradine secondarie nella campagna Ragusana. Dietro Chiaramonte Gulfi, tra le spoglie colline segnate da antichi muretti a secco dove sparuti gruppi di mucche pascolano mi perdo, percorro le strade deserte di ferragosto mentre nelle riviere Romagnole e affini la gente che si accalca.
Qui nei dintorni il 15 di agosto quasi tutti vanno al mare per fare il bagno mentre a mezzogiorno il sole brucia la terra, non sembrerebbe la situazione ideale per il bravo fotografo di paesaggio e invece…invece mi accorgo che dentro questa luce forte si cela una inaspettata caratteristica. Non cerco di difendermi, non uso filtri per le ottiche ne gli occhiali da sole, non uso il paraluce per l’obbiettivo ne le creme protettive, non chiudo il diaframma per proteggere il sensore dall’eccesso di chiaro, ma lascio che la luce domini su tutto.
Il risultato è sorprendente, le immagini si riempiono di tutte le sensazioni che provo. Come dispensatrice di emozioni la luce trasferisce sulla “pellicola” il silenzio, il caldo, la tranquillità surreale della natura materica fatta di zolle di terra arata, di contorti ulivi secolari, di mandorli dalle foglie ormai gialle e di dorati grappoli d’uva quasi matura.
Mi vengono in mente scene alla Sergio Leone, il piccolo cespuglio secco che saltella trascinato dal vento, in quel semplice movimento si percepiscono mille sensazioni. Così la mia pacata solitudine è piacevole, quando seduto sotto un ulivo a testa in su scatto alcune immagini verso la chioma, i raggi filtrando tra i rami e le mille foglie lanceolate arrivano all’obiettivo, li lascio entrare e lascio che entri più luce di quella che la macchina mi consiglierebbe.
Arrivo a casa la sera, scarico le immagini sul mio portatile, le guardo, sono un po’ tutte sovraesposte e mi piacciono, poi mi accorgo della mia sovraesposizione al sole e del mio cambio di colore, forse adesso è meglio spalmare un po’ di crema…
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- Words by: Davide Dutto
- 19 Agosto 2006
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Paolo Volpi
Posted: 21 Novembre 2006
Grandisssiiimmme foto Davide ! Dopo 11 anni sto per appendere le foto in bianco e nero che hai scattato al nostro matrimonio (mio e di Concetta) in Montagna........... .....ogni stagione dà i suoi frutti. Alcuni maturano più lentamente.
vito cultrera
Posted: 9 Novembre 2006
conosco questi posti, ed ho avuto il piacere di conoscere pure te. Se non fosse così, mi chiederei come si fa trarre dal mezzogiorno infuocato del mese di agosto, immagini così straordinarie, dove i colori stemperati da un grande artista, rendono il paesaggio surreale. Complimenti. a presto, ciao.
Emilie
Posted: 19 Agosto 2006
Finalmente leggo la mia posta...e trovarti fra le mie mail è bellissimo! mentre guardo le tue immagini tutto si ferma il tempo i rumori, e pensare che in questo preciso momemnto le strade di Lipari sembrano il centro di Milano o di Londra... Ti mando ina miliade di baci!BRAVO BRAVO BRAVO! P.S.sabato ho inaugurato una mia piccola mostra!sta avendo un successone!:-)"QUELLO CHE L'OCCHIO IMMAGINA" Ciaoo