E’ uno di quei giorni che…il cielo sopra le langhe esplode di nuvole. E’ uno di quei giorni dove il blu e il verde clorofilliano si fondono nel vento. Mentre cammino tra le vigne del Baloro, poco più in su c’è La Morra, scatto prospettive verso l’alto, verso il cielo dove vengo attirato naturalmente. Il grandangolo esalta il bianco delle nuvole, apre l’angolo alla visone e contrasta in modo esaltante. Respiro forte, una, due, tre volte. Il mal di testa, che la bottiglia di bollicine del giorno prima mi ha procurato, si disperde tra le foglie, tra i profumi di menta e fiori di sambuco, appena ancora qualche sentore di acacia nelle zone più in ombra. Sento suonare le 12.00, sono come sempre in billico tra malinconie ed euforie e “piccole” fobie… mi lascio emozionare. Si bella mattinata davvero, di quelle che Dio benedica il mio “lavoro”, di quelle che sento forte il tempo rubato dal il mio computer. Penso, osservo, scatto e poi salgo ancora più in su, in cima alla collina per riprendere Barolo ormai sotto appena infossato e il castello. Incontro Ferrero produttore di vino, quando arrivo davanti la sua casa “Tensiun, che li la riva va giu drita, alè periculus!” e cominciamo a parlare indicando là vigneti, là cantine, là paesi. “D’istà si se sta bin, aiè sempre l’aria ca tira, frsca” come oggi pare di volare sulle colline quando l’occhio scorre veloce a 360°.