…ah ecco dimenticavo di parlare della mostra e di mirabilia, ma senza accorgermi sono già andato e tornato da Rimini. Una settimana…

“No 10 giorni sono passati” dice.

A volte il mio blog-notes mi guarda con aria sfiduciata.

“Ma cosa vuoi scrivere di nuovo? Lasa pardi e va’ a dormi” dice.

Io arranco come al solito tribblando gli acciacchi psicosomatici e le cose da fare, le telefonate e le richieste indecenti di clienti che pensano che fare una foto sia il tempo di un clik e poi “Dammi sta minchia di foto”.

“Si, si ma ora vai a dormire” dice.

“Ma voglio ancora giocare un po’ con i pensieri e poi non ho sonno (ma sono stanco)” rispondo.

Venti di giugno e nevica a Castelmagno e le pecore e i pastori s’incazzano, il Monviso invece mi regala ancora due foto. Anche il clima è stressato dai troppi cambiamenti non ragiona più, qualcuno deve dirgli che siamo in estate.

“Allora, vuoi scrivere qualcosa di decente o no?” dice.

“Ok, ok scrivo”.

Sono andato a Rimini…Riccione e dintorni.

“A che fare?”

“Un libro!”.

E si, il prossimo libro in cantiere è nel territorio romagnolo.

“Ma valà patacca!!” dice “che se ti fermi un’attimo e meglio”.

Che dire? e vero, ma “chi si ferma è perduto” dice Totò e io, che ho fatto il militare a Cuneo (non è vero), sono un uomo di mondo e non mi voglio fermare ancora.

Con aria sempre più perplessa dai miei discorsi mi chiede “Cioè?”

“…e che ne so?” rispondo “sarà l’euforia da stress o il semplice delirio di un fotografo davanti al proprio computer a ore tarde…”.

Dunque:

la mostra di Mirabilia è andata benissimo e le foto degli spettacoli di strada ancora meglio…quattro giorni = 73 giga.

“esagerato…” esclama.

“ma vuoi lasciarmi scrivere qualcosa senza interrompermi?” io.

“ok, ok…vai avanti.”

Gli spettacoli erano tanti, Fossano un palcoscenico. In ogni via del centro un gruppo, luci musiche e spettacolo. Uno finiva e tre cominciavano, si può capire che ho scattato così tante foto, mica per scattare a vuoto. E poi spente le ultime luci dell’ultimo spettacolo mi sono catapultato a Riccione, dove per quattro giorni sono entrato in una piadina di Fresco Piada. Grano, farina, mulino, olio, strutto, persone, spiagge, turisti, facce, “patacca”, piastre roventi, mani, vicoli, foce, Fellini, banchine illuminate di giallo la sera, “bella gnocca”, la lunga strada sulla costa fiancheggiata da infiniti hotel, sabbia, albergo: il mio, partita dell’Italia, ulivi, colline, saline, mare, vento, cielo e nuvole, profumi di sarde alla piastra e piadina, lievito madre e gusto…

“Da tutto questo non vuoi che venga fuori un bel volume sulla piada?”

“Si certo” dice “ma se ti riposi anche un po’ è meglio no?”

“Tranquillo, tranquillo che ora vado a dormire”

… intanto devo finire di stampare le immagini dei ritratti dei monaci Tibetani per domani devo di allestire lo spazio dove i monaci faranno il loro Mandala: Il Mandala rappresenta, secondo i buddhisti, il processo mediante il quale il cosmo si è formato dal suo centro; essi riconoscono, però, che i veri Mandala possono essere solamente mentali, le immagini fisiche servono per costruire il vero Mandala che si forma nella mente delle persone e vengono consacrate solo per il periodo durante il quale è utilizzato per il servizio religioso. Al termine del lavoro il Mandala viene semplicemente ‘distrutto’, spazzando via la sabbia colorata di cui è composto: questo gesto vuole ricordare la caducità delle cose e la rinascita, essendo la forza distruttrice anche una forza che dà la vita. Ecco appunto quello che volevo dire al mio blog-notes: tutto è passaggio da una condizione a un’altra, in un delicato e inevitabile equilibrio che porta alla fine e all’inizio delle cose. Ora finisco di lavorare e poi inizio a dormire…e spazzo via tutto quello che oggi ho fatto per ricordarmi che niente dura all’infinito.

“Buona notte.” Clik!