Occhi spalancati, rotondi e fissi di pesci ormai morti mi guardano, mentre fotografo il lavoro dei pescatori. Li guardo. Guardo i colori vividi, luccicanti di una ancora materica energia, stanno sul ponte della nave posizionati a caso, affiancati o sovrapposti tra loro, mentre tutto attorno si muove con frenesia. Non posso fare a mento di fotografare questa condizione così lontana e così vicina. Vedo sguardi stupiti, bocche con denti digrignanti, squame argenteo riflettere i colori dello spettro della luce. Le facce come caricature mostruose sembrano venir fuori da un dipinto di Hieronymus Bosch….Fotografo avvicinandomi fino alla visione macro del soggetto, scatto spostando l’inquadratura di poco a destra e poi a sinistra, più in su o appena più in giù, inquadro particolari e torno ad allargare il campo visivo. Adesso in studio scelgo le immagini che più mi colpiscono, le rielaboro esasperando i colori e i contrasti per sottolineare la matericità, isolo parte di fotogrammi cercando immagini nell’immagine.
“Nature, morte di pesci”.