Questo è il fotoblog di Davide Dutto. Visita anche: Facebook Pinterest YouTube Instagram Cibele Edizioni Sapori Reclusi

Scatto immagini pubblicitarie, scatto immagini al circolo dei lettori di Torino, scatto riproduzioni di cartografie storiche, scatto istallazioni artistiche, scatto nel carcere detenuti che giocano con il circo, scatto immagini a un concerto, scatto… a vuoto. Si certo, spesso ho l’impressione di girare a vuoto e che tutto ciò che produco sia il frutto di una moderata, ma digeribile pazzia. Digeribile e gestibile, appunto leggermente sopportabile. Persiste nel tempo della mia vita. Salto (scatto), mi stordisco, mi perdo, mi ritrovo e alla fine non mi riconosco. Insomma non mi riconosco come fotografo specializzato o meglio voglio restare un fotografo generico, un fotografo della mutua, niente marca conosciuta. Meglio generico. Quindi sfuggo quotidianamente da questa eticattatura professionale, non so bene perché o meglio lo so, ma non me lo dico. Così anche questa settimana è successo, come succede nelle mie settimane “week continues” d’incontrare persone, sensazioni, luoghi, facce, sentimenti, storie, musiche, odori, temperature diverse.

“Non male direi? Ma allora cos’è questo sfondo inquieto che leggo tra le righe??”

“Ecccche ne so? E se lo sapessi mica vengo a dirlo a te”

“Bah?…allora perché minchia scrivi e pubblichi le tue foto. Parla chiaro.”

“Appunto… fa parte del deliro, della digeribile pazzia. In fondo sono coerente, mi (ti)(vi) sto parlando da solo. Dunque dicevo…?”

“Appunto smettila subito, vedi che è tardi. Non sai più cosa dire e scrivere. Stacca il culo dalla sedia, spegni il computer, la luce, chiudi per oggi mi sembra che hai dato abbondantemente il tuo contributo alla causa del fotografo generico”.

“…?” “Si, vero ora vado…”

Sul lago di Garda.

Il molo si ferma poco prima del bianco.

Sembra esitare a un passo dal limbo.

Qualche anno fa, qualche anno fa il lago e il bianco erano forse luce.

Oppure come al cinema la vita di Truman era solo una parete bianca.

Così l’esistenza minaccia la sua rappresentazione per spettatori assenti.

Prendo la ricorsa…

…”Pensieri della sera, di un fotografo immaginato la sera antecedente”