Mai come oggi la parola “evasione” è stata di così coinvolgente attualità. Io che da anni lavoro a stretto contatto con i detenuti, sento forte la voglia di evadere pur essendo “libero”. Evadere da questo sistema malato, anzi ormai morto e sepolto. Siamo degli zombi e non lo sappiamo ancora. Però evadiamo, o almeno cerchiamo di farlo, o almeno così ci dicono. Il sabato e la domenica evadiamo dal lavoro, magari scappando al mare, oppure facciamo innocenti evasioni e piccoli peccati di gola scansando la dieta per la nostra linea o per lo stomaco affaticato. Evadiamo dai nostri piccoli problemi quotidiani che ci siamo consciamente creati guardano troppa televisione o leggendo libri, evadiamo dai nostri pensieri per non pensare, evadiamo dai nostri doveri morali e politici e poi se possiamo evadiamo anche le tasse.
Si dice che oggi il male maggiore per il paese siano gli evasori fiscali.
Mi sento colpevole.
Si colpevole, però di fare parte del sistema e aver fatto troppo poco per cambiare le cose. Colpevole di aver dato retta al consumismo, alle banche, al commercialista, al caro benzina, al consulente finanziario, al venditore di macchine, al cliente, al cellulare sempre più evoluto, alla tecnologia che ingrassa le multinazionali, alla moda, alla leggerezza e spesso alla voglia di lavorare per vivere.