Come si dice? anno nuovo vita nuova?…questa notte mi sveglia una forte puzza di plastica bruciata che arriva dritta e decisa nel mio naso. Mezzo sveglio accendo la luce e comincio ad annusare tutt’intorno, vicino al televisore, attorno al frigo, dalle prese, ma niente, provo a sentire anche vicino al lampadario spento, ma ancora niente. Mi dirigo allora a piedi nudi e passo incerto verso le stanze. Appena apro la porta del corridoio una densa-nera-materica nuvola m’inghiotte. Fiocchi tipo neve al negativo cadono, mentre mi sposto dei mulinelli d’aria li fanno risalire. Ancora mezzo addormentato mi dirigo verso il fondo praticamente al buio, fino ad arrivare davanti alla porta del bagno. Esito un’istante mentre la mano stringe la maniglia piegando verso il basso, penso al film “non aprite quella porta” o ai documentari catastrofici di sky sui pompieri, dove si vede aprire la porta e il fuoco risucchiare l’ossigeno ed esplodere con una mega fiammata. Apro comunque la porta… Minchia mi ha preso fuoco il cesso… Le fiamme ormai si sono spente da sole non so bene per quale miracolosa causa, invece il perché si sono accese lo so bene…Alle 5.00 comunque il pensiero è positivo, nessuna fiamma assassina, i sanitari sono apposto, si è salvato anche infasil il detergente liquido neutro così delicato sulla pelle. Devo essere stato fortunato perché le fiamme non hanno raggiunto la vicina porta di legno, insomma più fumo che arrosto e vi assicuro in questi casi e meglio il fumo. Più fumo appunto, riminchia mi accorgo che tutta la camera da letto, mobili, comodini, tende ecc… sono cosparsi di una sottilissima minacciosa cenere e via via che accendo luci e mi guardo attorno vedo polvere nera dappertutto. In mutande davanti al vano doccia un po’ affumicato cerco di organizzare e razionalizzare le idee, tossisco e poi ancora. In basso vedo le mie impronte sul pavimento nero ricoperto di quella strana cenere diossinica. Tossisco insistentemente mentre mi muovo ancora nella densa nuvola, finalmente capisco che devo aprire tutte le fineste della casa, così man mano che l’effetto Seveso svanisce entra un gelido ma sano freddo, pieno di rivitalizzante ossigeno, frizzante e sano. Freddo, gelido, frizzante, sano? Troppo, cazzo si gela, devo mettermi subito i pantaloni e il maglione così piano piano smetto di tossire mentre comincia a colarmi il naso. Triminchia adesso che ormai sono sveglio mi rendo conto che dovrò rimettere apposto tutto, cambiare la doccia, dare il bianco, fregare via il nero dalle piastrelle se mai andrà via, svuotare l’armadio e lavare tutto, smontare le tende…e poi anche…ma quanto mi costa risistemare il cesso? …silenzio riflessivo… inizia la parte negativo-depressiva. Mi scazzo e incazzo quando ormai fuori sono le 7,00. E’ ancora buio e continuo a respirare puzza e a soffiarmi il naso (esce sempre la materia nera). Devo uscire, devo uscire adesso, a quest’ora dovrei trovare un bar aperto per fare colazione, poi vedrò cosa posso fare. Uscendo non mi accorgo del cambio di temperatura, perché ormai non c’é più differenza tra fuori e dentro casa, ma quando nel bar seduto vicino al termosifone ordino un bel cappuccino con cornetto sento piacevolmente lo scorrere il caldo verso lo stomaco e decido di fare delle fotografie che documentino i danni per un’improbabile assicurazione o al limite per farne l’ultimo post dell’anno…Già chi non si è ancora accorto che siamo arrivati
- Words by: Davide Dutto
- 30 Dicembre 2007
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