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Domenica fine settembre ore 11:55, Mar Mediterraneo in un punto per me non ben definito. La tratta di rientro a casa è quella da Palermo verso Genova, con Grandi Navi Veloci (40 km all’ora…) forse siamo a metà strada. Come al solito sto chiuso in cabina per quasi tutto il viaggio con piccoli incursioni sul ponte qui e là durante il giorno. Mare poco mosso, umore andante con moto, riesco finalmente in questo rientro “recluso” a trovare il tempo per capire cosa sto facendo. Finalmente allora ri-eccomi qui su blog-notes, cabina 683. Ma non farò di certo il riassunto delle puntate precedenti mai scritte, e di scrivere poco ne so e poco mi applico ultimamente, però di questo ritorno in Sicilia ne voglio scrivere e foto-illustrare alcuni passaggi.

Si, Sicilia finalmente, la solita, la diversa isola ogni volta. Come quella donna che ami, ma che ti lasci ogni volta per poi rincontrarti inesorabilmente. Prevale sempre un leggero senso di pudore all’inizio, ma subito dopo il primo bacio tutto ritorna come prima, come se non ti fossi mai allontanato da lei, più bella che mai. Questa volta a Licata ricomincia la mia storia d’amore, per questa terra così lontana così vicino, così piena di contraddizioni come me. Così bastano appena pochi minuti sul suolo siculo per rendermi conto di della trasformazione in versione Montalbano: ” Pronto, Davide sono…”, aumenta esponenzialmente il prefisso “minchia…” ad ogni inizio frase, così anche quando guido o posteggio vado automaticamente in versione siciliana. Questa volta sono “sceso” per fotografare la vendemmia della cantina Milazzo di Campobello di Licata, per fare nuove foto ai piatti di Pino Cuttaia, per portare giù la mostra di Sapori Reclusi a Vittoria e ritirare quella dell’olio da Lorenzo a Chiaromonte Gulfi e in mezzo tutto quello che posso fotografare del paesaggio in questo periodo. Già, ma ora sto tornando e il rientro ha sempre il sapore di quell’ultima fetta di torta, buona, mangiata e finita, ma  ne vorrei ancora una fetta. L’amico ritrovato Lorenzo, l’amico speciale Pino e la sua spettacolare famiglia, Giuseppina e Saverio, poi Ciccio e la sua festa di domenica scorsa, Giovanni, Roberta, Antonio, ecc… tutti a fare gara di accoglienza e io all’ingrasso onoro ogni invito e brindisi.

“Si, si ma non eri in Sicilia per lavorare?”

” Certo  ho comunque lavorato, però vuoi che ti parli di lavoro qui e ora?”

” No di certo, ma almeno fammi vedere due foto di tutto questo lavoro di cui non scrivi.”

“Certo, ovviamente… dammi un attimo.”

“Ieri comunque a Palermo 40 gradi e vento di scirocco a manetta, troppo anche per la Sicilia in questo periodo, ma pur sempre uno spettacolo su quella spiaggia dove non vedevo la fine. Bene, per il momento mi limito a fare un riassunto fotografico, eventualmente nei prossimi giorni vediamo qualcosa di più nello specifico. Ciao.”

ATTENZIONE ATTENZIONE NON SOLO A PASQUETTA SI FANNO I PICNIC E NON SOLO NEI PRATI LIBERI!!!
Lo sappiamo che molti ora sono su una bellissima spiaggia, ma al ritorno possiamo trovarci tutti in galera!! Così tanto per riabituarci alla fine delle ferie e al lavoro che ci attende e detiene. Faremo una bella merenda sinoira nel giardino del carcere di Alba con Maurilio del ristorante “La Ciau del Tornavento”. Lo scopo è doppio: primo con il ricavato i detenuti potranno comprare uno smielatore e produrre il famoso miele e secondo possiamo fare un esperienza importante incontrando le persone detenute che in qualche modo cercano di riinserirsi nella società. Attraverso la condivisione del cibo si parla meglio, si è in qualche modo più sinceri e non solo per l’effetto di quel bicchiere di vino in più . Siamo tutti coinvolti in un modo o nell’altro alle rinascite del nostro prossimo, chi non ha mai subito o fatto anche solo un piccolo furto scagli la prima pietra . Quindi seguiranno qui tutte le informazioni su questo evento. A presto allora in galera.