Oggi a Fossano entro in carcere per fotografare i detenuti che cucinano per il concorso culinario indetto dal blog di Nani http://nanielollycucinaedintorni.blogspot.it/. Scatto immagini, mi muovo veloce tra persone e fornelli, rumori e odori, colori, consistenze, e acciaio su cui tutto si riflette e rifletto. Ancora una volta la cucina parla un linguaggio universale, per raccontare vite in bilico tra dentro e fuori, spesso più dentro che fuori. Quasi scivolo. Così come le piastrelle umide di questa cucina rendono instabile il mio equilibrio, nelle parole spiaccicate in italiano elementare sento forte l’instabilità di certe persone, di certe vite. Penso che forse allora provare a partecipare, provare a cucinare, provare a resistere, provare a ricadere, provare a rialzarsi, provare ad essere non solo un detenuto è la strada di tutti i giorni. Ma forse non so… forse sono solo io e le mie immaginazioni indotte dal forte vapore di quel pentolone là sul fuoco. Bolle e ribolle acque pronte per la pasta di mezzogiorno. Tutto qui. Poi però, questa sera come sempre, riguardo le immagini della giornata, e vedo i volti e gli sguardi, vedo sempre e solo le persone, ne guardie ne ladri, ne buoni e cattivi; per fortuna almeno per un attimo sento che è veramente così. Ciao.
- Words by: Davide Dutto
- 19 Aprile 2012
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