Questo è il fotoblog di Davide Dutto. Visita anche: Facebook Pinterest YouTube Instagram Cibele Edizioni Sapori Reclusi

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Come già ho scritto, spesso vedo la realtà attraverso gli scatti e le prospettive ottiche. In seguito lo sviluppo nel tempo mi permette un’analisi più approfondita delle sensazioni che scindono la parte conscia da quella inconscia del momento dello scatto. Ho sempre pensato che il mio modo di fotografare fosse quasi un atto di puro istinto, ma scopro poco per volta i ragionamenti “razionali” dell’istinto, nelle sue varie forme e architetture (paradosso?). Se devo dirla tutta si è già capito, sono un pochino ego centrico e parlare dei miei lavori e di me non mi dispiace. Oggi vedo alcune fotografie “di me” mentre fotografo e non e il mio super io strilla di pubblicarle, mentre trattengo a fatica l’eccitazione dell’es. Almeno per quello che ne capisco di queste cose, penso di essere indeciso se pubblicare o no questo post…ma se lo state leggendo…ho deciso. Il mio Super io quindi ha vinto di nuovo e come super Pippo, ora sto sgranocchiando una nocciolina mentre premo sul pulsante pubblica.

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Nuvole, vacche, vento e curve tra valle Grana e valle Maira e poi formaggio, pane e aria fresca e pini e rocce di losa argento che scendono luccicanti dalle pareti a strapiombo delle cime di rocca la Meja, del Monte Cassorso, Punta Eco, Monte Bodoira, e gli altri tutt’intorno. Oggi, ore 8,10 di domenica 18 luglio mi alzo nella calura della piana cuneese, tipico caldoumidoafosoattaccaticcio; i cambiamenti climatici non c’entrano. Tutto regolare quindi, siamo in estate e deve far caldo, mentre che di questa domenica non so bene cosa farmene. Massì, prendo la mia vespa primavera, cimelio ormai storico e punto verso le alpi occidentali; tiro fuori lo zainetto e c’infilo dentro la macchina fotografica, il coltellino, una maglia e il giubbotto paravento… Detto così sembra quasi un’imprersa, ma le alpi sono lì a due passi e subito dopo Centallo e Tarantasca arrivo ai piè dei monti, Caraglio. Continuo: imbocco spedito la valle Grana, verso l’Occitania di Comboscuro. Il vento caldo che all’inizio profumava di grano tagliato, stalle e bialere, ora spara nel naso fresche essenze di muschio, roccia ed erbe alpine e buse (sana cacca di vacca). La salita rallenta appena il vecchio motore arzillo. Ed ecco Castelmagno, e poi su ancora fino al Colle d’Esischie 2363 mt. per poi “svalicare” in valle Maira. Dopo alcuni tornanti in discesa, mi fermo per mangiare pane e formaggio ancora in alta quota. Sono seduto a poca distanza da una trentina di mucche che sonnecchiano e ruminano flemmatiche tra erba e rigagnoli d’acqua nascosti nelle pieghe della terra. Mi riposo il sedere dalle vibrazioni post 100 km di vespa e mi godo dall’alto il panorama che scende fino a Canosio e Marmora. Scendo anch’io da lì a poco. Per poi risalire nuovamente fino a Rocca la Meja 2831 mt. arrivando all’ennesimo alpeggio, all’ennesime mucche e capre da latte. Le nuvole continuano a disegnare forme bizzarre nel cielo. Infine riscendo dirigendomi a valle verso Dronero per tornare a casa, nella calura che ben riconosco al primo rettilineo. Morale della gita: sto preparando un’altro progetto che dovrebbe ritrarre le persone che vivono la montagna oggi, ma non ne parlo qui, adesso…per ora vediamo queste foto di sto giro. Ciao.

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