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Schiacciato tra spalle più alte e cappotti imbottiti, questa sera nella Wall of sound gallery sono caduto in sensazioni fortissime. Le immagini esposte sono di Ed Caraeff, Henry Diltz, Herb Greene, Guido Harari, Art Kane, Astrid Kirchherr, Norman Seeff e Bob Seidemann, il soggetto è la musica rock dei due decenni 60-70. Mi sono sentito sempre più piccolo davanti a quelle fotografie che mi vedevano in quegli anni poppare latte e giocare con le macchinine fino a  scoprire finalmente la mia prima macchina fotografica di plastica 110 kodak. Troppo tardi però, si davvero troppo tardi per fotografare Bob Dylan o i The Rolling Stone, Led Zeppeling, Jim Morrison, Frank Zappa, The Who, Bob Marley, Joni Mitchell, Lou Reed, Peter Gabriel, Crosby, Still & Nash, Stephen Still, The Doors, Neil Young,… Così mi avvicino più che posso a quelle immagini per scrutare meglio nei particolari scomposti dalla grana e cercare di sentirne in profumo, e ascoltarne la musica. Il mio naso sbatte contro il vetro. Davvero mi piacerebbe sapere quante vite dovrei vivere per dire di aver vissuto veramente. Poi una specie di risposta mi viene guardando quella fotografia e canticchiando il testo di quella canzone: “How many roads must a man walk down..”  “La risposta, amico mio, ascoltala nel vento, la risposta ascoltala nel vento.”

Grazie davvero a Guido e Cristina

Napoli una mattina di primavera, avevo 16 anni e stava per finire la scuola. Un mio amico ed io decidemmo di andare a vedere la partita di pallone. Quando entrammo allo stadio, io per la prima volta rimasi incantato alla vista di così tanta gente in un unico luogo. Ero lì in mezzo a tutta questa folla, urla e tifo, provai una grande emozione.