Questo è il fotoblog di Davide Dutto. Visita anche: Facebook Pinterest YouTube Instagram Cibele Edizioni Sapori Reclusi

Quarantacinque minuti sono duemilasettecentosecondi.

Uno, due, tre, quattro, cinque, sei secondi bastano per sentire i sentimenti più forti, vedere scorrere immagini, pensieri. Averne mille.

Uno, due, tre, quattro, cinque, sei, si forma una lacrima, i denti digrignano, il viso si contrae.

Uno, due, tre, quattro, cinque, sei… fregato, ancora ne devono passare duemila seicento novanta quattro prima che qualcuno apra quella cazzo di porta.

Quarantacinque minuti come il tempo per arrivare da qui a Torino,  come mezza partita di calcio, quarantacinque minuti ad urlare insieme, ma non di certo per un goal.

“Fatemi uscire da questa fottuttissima cella”. “Fatelo uscire”.

Ciao ragazzi, la mia guerra è finita ieri, e come tutte le guerre non è stata giusta perché ha fatto vittime. Così sono stato qui in questi pochi metri quadrati diventati la mia casa, la nostra casa. Voi la mia famiglia.

Avete visto che me ne sono uscito, così come vi dicevo? Beh certo non mi aspettavo così presto, neanche abbiamo finito questo corso, ma avevo ragione io questa volta non si discute, ora sono fuori.

Voi come state?  Spero non siate troppo tristi o arrabbiati, per me ora è tutta un altra storia, di colpo sto parlando senza fare più un errore, in un italiano perfetto. Cavolo, però qui non serve molto, ci capiamo tutti con uno sguardo, pensiamo e comunichiamo meglio di tutti i poeti della terra messi insieme.

Certo però che quei quarantacinque minuti l’altro giorno sono stati tremendi, dopo che mi è scoppiato il cuore tra queste quattro mura maledette, i più terribili della mia vita. La mia morte. Li sento ancora pesare addosso, sento forte l’ennesima e definitiva ingiustizia del sistema, per me e per tutti. Forse ho sbagliato. Già, ho sbagliato da quando sono nato in quel contesto, non ho potuto fare che questa vita, come se fosse la più giusta, la più sbagliata. Insomma non ho fatto bene a fare quello che ho fatto l’ho sempre saputo in fondo e non ne vado fiero, ma davanti alla mia sopravvivenza ho dovuto fare quello che ho fatto, ho dovuto scegliere di sparare per primo. Sono colpevole, sono colpevole certo non più del sistema che mi ha chiuso qui dentro e ha buttato via le chiavi questa sera, come ogni sera.

Il sistema, quello con cui voi state ancora facendo i conti. Giustizia e ingiustizia per me non è più un problema, ma vi giuro ragazzi sono stato e sarò sempre con voi. Ora vedo cosa posso fare da qui…

Ciao ragazzi. Ciao moglie, ciao figli, amici. Ciao carcerieri anche voi dalla parte sbagliata in fondo come tutti in galera, ciao insegnanti che ancora non avete capito da che parte state, ciao compagni di cella voi senza dubbio dalla mia parte.

Ancora un abbraccio forte a tutti, io esisto ancora perché so che tutti ora mi state pensando in questo preciso istante e io “lì sono” come si dice laggiù in sicilia.

Eccomi, ciao dal vostro V.

castiglia bn021 castiglia bn033 castiglia bn039 castiglia bn057

 

 

 

 

 

 

Palermo-Genova primo maggio, tratta di rientro verso il Piemonte, Cuneo, Fossano, Casa.

Manca ormai poco meno di un ora all’attracco nel porto di Genova e di solito a quest’ora devo essere fuori della mia cabina.  Mi sono allora seduto sulle scalinate tra i piani, il più lontano possibile dalla folla che m’insegue per scrivere mentre aspetto la chiamata al garage A.

Attraversare gran parte del mediterraneo da sud a nord alla media di 20 nodi (Grandi Navi Veloci) è sempre una strana sensazione, rimango in uno stato di stallo prolungato che crea assenza di gravità indotta dividendo viaggio e permanenza del mio lavoro. Per tutta la tratta di navigazione mi sento come fossi fermo sul mare, mentre il percorso di rientro continua piano a mettere e togliere distanza tra me e altro, tra me e me.

Ieri dopo aver convulsamente riempito la macchina di tutto quello che non potevo dimenticare, ho saluto tutti, Pino per ultimo. Lui armeggia con il suo cellulare  provvisorio, quasi come se io non dovessi partire più. Mms, sms, mail, rubrica non si capisce mai come impostarli correttamente sui nuovi telefonini: “il venditore ne sa meno che me!!” mi dice.

Io: “…devo andare Pino, devo andare. Voglio ancora fare delle foto mentre salgo su verso Palermo. Ciao Pino, ciao…”

Lui finalmente capisce che non posso più restare e mi saluta ancora con un abbraccio e un arrivederci a presto, perchè intanto ci sentiremo sovente in questi giorni per il libro che stiamo realizzando e poi a luglio sarò nuovamente a Licata.

Parto, parto…

Il primo pezzo di strada costeggia il mare, le serre, le case più o meno rifinite, i campi di grano, ma poi appena imboccata la super strada Gela-Caltanisetta taglio dritto verso Palermo lasciandomi la costa e il mio fare alle spalle. Ora solamente guido, non devo fare altro. Come lo scirocco che arriva dall’Africa punto verso il nord e la velocità diventa aria dai finestrini e poi musica forte dalla radio che rimbalza in ogni dove. Se avessi i capelli sarebbero svolazzanti perfetti per una foto di vacanza. 

Ora la luce e la strada sono quello che mi aspettavo,  l’una radente e calda filtra tra le nuvole e colpisce i campi ancora verdi e gialli, l’altra dritta e in salita scorre via veloce, così guido con un occhio sul panorama e uno sulla strada, imprudentemente a tratti tutti e due gli occhi verso il paesaggio.

Mi agito e sono irrequieto mentre scatto immagini al volo. Spero di non perdere pezzi per strada, ma sento già che lascerò qualche foto in Sicilia. Vivere la fotografia così fa parte della mio carattere da accumulatore compulsivo d’immagini e allora non mi preoccupo più di tanto, scatto viaggio, viaggio e scatto e così via.

Alla fine senza accorgermi mi ritrovo in coda con le vetture del rientro dal primo maggio sulla strada che entra in Palermo. La via verso il Porto la conosco bene ormai, così svicolo veloce tra periferia e lungomare, tra  barche ormeggiate e le macchine in coda fino all’ormeggio della “Suprema” la nave dove troverò la cabina con vista.

Ma ormai sono nel porto di Genova. Questo viaggio spaziotempo verso il Piemonte sta per finire.

IMG_9962-2 IMG_9958 IMG_9946 IMG_9940 IMG_9937-2 IMG_9931IMG_5617 IMG_5616IMG_5604 IMG_5603 IMG_5600 IMG_5595IMG_5614IMG_5613IMG_5630IMG_5629