Questo è il fotoblog di Davide Dutto. Visita anche: Facebook Pinterest YouTube Instagram Cibele Edizioni Sapori Reclusi

Certo in questi tre intensi giorni non posso dire di aver veramente visto Napoli, “Vedi Napoli e poi muori”, mi sono assicurato ulteriore futuro. Però ne sono rimasto contaminato. Una contaminazione che non sfocia in malattia, bensì in una sorta di guarigione, ovviamente non priva di sensazioni forti e a volte dolorose. Davvero non lo so, se quello che velocemente i miei occhi, naso, orecchie e cuore hanno incontrato sia veramente Napoli o pezzi di quella città in una vetrina sgarruppata. Fatto sta che gli stereotipi che mi aspettavo, quelli si li ho visti, sentiti e assaggiati tutti: la pizza, il caos, i vicoli stretti pieni di persone colorite, l’immondizia, le zone apparentemente poco sicure, i muri scrostati, i motorini portare tre persone senza casco, il mare, il sole, il Vesuvio, la musica, i tricchetracche, ‘na tazzulella ‘e caffé, immagini di Pulcinella e Totò dappertutto, posteggiatori abusivi, lunghe file di panni stesi tra i palazzi, forte religiosità, superstizione, odore di cibo e odore acre […] Stereotipi iconografici di una città violentata da troppo troppo tempo. Oggi ancor più esasperata, senza più quel sorriso di chi conosce l’arte dell’arrangiarsi. Se sono immagini significative o inutili non lo so, ma sono lì davanti a tutti, impietosamente stagnanti a volte. Vorrei aver avuto più tempo per vedere oltre, rovistare tra la spazzatura, entrare dentro case e chiese, salire sui tetti per tuffarmi con le persone in questo mare, in questo stagno, in questo golfo. Ciao

I can’t say I have actually seen Naples in these three days, so the saying “see Naples and die” doesn’t work. But I have been contaminated. A contamination that does not become a disease, but a kind of healing full of strong and even painful feelings. I really don’t know if what my eyes,  nose, ears and hart have met are Naples or just messy peaces of it. But in the end, I have met all the stereotypes that I expected. I’ve seen, heard and tasted them all: pizza, chaos, narrow and crowded streets, scooters carrying three passengers without helmet, the sea, the sun, the Vesuvius, music, tricchetracche, ‘na tazzulella ‘e caffé, icons of Pulcinella and Totò basically everywhere, unlicensed parking attendants,  linen hanging out the windows, a strong sense of religion, superstition, smell of food and smell of waste joint together. Iconographic stereotypes of a city that have been raped for far too long and that is  now become too bitter to keep on smiling for the  art of “scraping along”. I have no clue if these are relevant  images of Naples, but here they are, pitiful and stagnant in front of everyone. I wish I had more time to see beyond this, to dig through the waste, to enter the houses, to climb on the roofs and dive with all the people in this pond, in this sea, in this gulf. Ciao.

La festa è finita e come tutte le feste che finiscono, quando finiscono, non hai più energia; cerchio alla testa, senso dell’equilibrio precario, stomaco in sobbuglio, occhi appannati ecc…se e quando ti svegli. Però oggi il lavoro in studio è quello di ogni lunedì mattina, primo appuntamento ore 8…sgnack, macchina brum, foto clik, macchina brum, rientro in studio sbang, accendi computer sdeng troppi rumoti rimbalzano nella testa, eppure alla festa c’ero ma ero sempre dietro la mia macchina foto… Oggi comunque si chiude il primo capitolo Paniko, per un paio di mesi siamo stati a stretto contatto fusi tra circo e fotografo abbiamo innescato un’altra bella storia che, mi sa, durerà ancora per molto. Per me la conferma che il mio lavoro come fotografo “estremo e poliedrico” ci sta bene sotto il tendone, da parte del collettivo un’intesa, umana, passionale, facile e piacevole intensa. Bello tutti!!! Abbiamo quindi prodotto migliaia di scatti, migliaia di emozioni, migliaia di idee, migliaia le parole, note, colori, che sono infine strabordati sul mio computer. Ora da sistemare, rivedere, riscoprire e riflettere a tutti quelli che di questo collettivo vorranno assaggiare il gusto. Ciao.

PS comunicazione di servizio per chi si troverà nei dintorni di Napoli dal 17 al 18:
Bar IntraMoenia – piazza Bellini, Napoli, ore 18.30
 
1) presentazione  e introduzione della rete del Caffè Sospeso e dell’alleanza Slow Food – Cinema e Diritti (30′)
 
2) presentazione e proiezione di un estratto del film “madreterra” di Ermanno Olmi (durata circa 20′) a cura di Slow Food Campania
 
3) Presentazione del libro “Il Gambero nero” alla presenza di Davide Dutto. Tavola rotonda con Dutto, le ragazze del caffè Lazzarelle e NCO (nuova cucina organizzata) che opera nei beni confiscati alla camorra. Tema del dibattito sarà “cibo, carcere e riscatto”. Modererà un giornlista di Repubblica Napoli
 
Al termine della tavola rotonda sarà presentata l’iniziativa di sostegno al Museo dei Migranti di Lampedusa che la rete del Caffè Sospeso ha deciso di intraprendere. Un artista napoletano che si prenderà cura di una installazione nel Museo presenterà la sua attività e la sua idea di opera.

Sabato 18 incontro con la condotta slow food di Napoli