Questo è il fotoblog di Davide Dutto. Visita anche: Facebook Pinterest YouTube Instagram Cibele Edizioni Sapori Reclusi

La settimana mi ha di nuovo sputato dentro questa domenica mentre ancora annaspavo tra i mille progetti in corso. Il corpo e la mente sono ancora rimasti a venerdì. Telefonate, incontri, mail, parole dette e da dire, sms, cose fatte e da fare, poi le fotografie da archiviare in cartelline che ancora non so come riuscirò ad organizzare.

Domenica dunque, e mi accorgo di essere sdraiato sul divano in un tête à tête con il soffitto pensando a una colazione che non ho. Ne biscotti, ne crostata, ne succo di frutta, ne yogour. Scazzo…in questa mattina di troppo. Eroicamente decido allora che la giornata porta bene per fare un giro in vesta, ed eccomi allora pronto e incascato, in sella alla mia ET3 primavera (sono però le 13.30). Direzione Langhe dunque.

Da Fossano fino a Narzole la strada è quasi tutta dritta, la conosco a memoria, poi appena iniziano le prime curve tra i vigneti della Morra l’aria calda sa di zolfo, eppure non sono a Vulcano… si certo conosco bene anche questo odore, è il trattamento, di questa stagione e dopo le copiose piogge il trattamento con lo zolfo tra i filari va per forza fatto. A tratti mi piace chiudere gli occhi e immaginare di essere sull’isola dell’arcipelago Eoliano.

Curva dopo curva però la strada mi porta nella parte a sinistra del Tanaro, nel Roero. In quella zona  le colline sono più ripide, e i boschi, i noccioleti, i frutteti di albicocche e pesche e poi il grano e l’orzo mi conducono fuori dal tempo. Mi piace immaginare che tutto il territorio sia ancora così vario, non solo belle colline di monocolture, anche se del buon nebbiolo e Barbera. In questi anni ho riscoperto il Roero ed è davvero una perla nascosta. Viaggiando nel tempo allora mi fermo al fondo di un noccioleto, al confine di un bosco dove nell’ombra una leggera brezza mi soffia sulla faccia profumi di paesaggi e foglie verdi, zolle di argilla chiara e canneti e strada sterrata delimitata da ciuffi d’erba verdi ancora per poco. Mi sdraiato in bilico sulla sella della mia ET3 primavera, adesso solo bosco e vento.

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Inside, sono queste immagini scattate con l’iPad… che certamente almeno nell’estetica si conformano al tempo dell’iPhone, all’uso di filtri ed effetti in voga oggi… e nulla vedo di male o nulla di eccezionale da discuterne oltre il valore. Per i “puristi” della fotografia che affermano il loro credo quello che passa anche attraverso la nostalgica emozione dei vapori di sviluppo e fissaggio per restituire alti valori immaginari insostituibili, o per chi l’immagine la restituisce in tempo reale sulla rete senza magari saperne di colori, contrasti o alchimie fotografiche, direi di non arrovellarsi troppo nel sostenere le varie tesi. La fotografia è semplicemente fotografia, cioè quello che vediamo e sentiamo leggendo l’immagine che ci sta davanti, in ogni sua “applicazione”, sia essa materica o virtuale. L’importante è come sempre avere delle sensazioni, magari intelligenti, da comunicare. Così queste immagini apparentemente scattate fuori, al freddo e al colore di quella serata, sono assolutamente una visione inside di tutto quello che in quel momento ho sentito dentro. Bye Davide