Questo è il fotoblog di Davide Dutto. Visita anche: Facebook Pinterest YouTube Instagram Cibele Edizioni Sapori Reclusi

Parliamo ancora un attimo di questo quasi mese di agosto.

Ho sempre pensato che la particolarità del mese di agosto risiedesse nella parola vacanze, poi correndo nella vita, anno dopo anno, non ci ho più pensato, mi sono perso in dinamiche di vita da adulto. Oggi un repentino senso di malinconia, sfuggito tra le pieghe delle mani  mi riporta verso lontani periodi di vacanza. Già mentre scatto queste immagini stiamo entrando in agosto.

Agosto per me significa certamente estate, aria calda, vita, compleanno, lontananze,  distacchi e nuovi incontri, ricongiungimenti, attesa… Una macchina che viaggia sull’autostrada verso sud, senza fretta, con il desiderio di arrivare presto in quel luogo. Agosto, allora vacanze, tempo diverso, infinito come la durata della vita quella che dura per “sempre”. Così sono per semrpe state me le partenze per le vacanze, come un’infanzia su terreno neutro, inattaccabile dalle vicissitudini della vita. Il resto arriverà in un futuro lontano, adesso è vacanza, è agosto, settembre non arriverà più, non ci penso ora è vacanza.

L’infinito che aleggia tra la musica e il volante, tra il tergicristallo e il cruscotto impolverato. Tra la luce, violenta, che trapassa la cornea, più di così le pupille non si possono chiudere. Accecanti sono anche le notti di agosto, pregne d’illusioni e sogni, verità e libertà, riscoperte. Periodo in una vita parallela che si manifesta solo in questo magico periodo.

“Agosto? Niente di che, chissà perché oggi ho questi pensieri oggi…?  o… magari lo so, ma non ve lo dico. Del resto sono pensieri personali e non riferiti a questo specifico ferragosto che sta dietro quella curva.”

Allora potrei definire questi pensieri, come delle sensazioni di vacanza/mancanza. Quasi le due parole si assomigliano in fondo.

Dunque lavoro mentre faccio vacanza, oppure nelle vacanze scatto fotografie? Per chi riesce ancora a seguire il mio ragionamento (io no), certamente sono le mancanze che mi colmano i pensieri di oggi, ma ancora non può essere solo quello.

Lo sapevo, me lo aspettavo in fondo questo agosto mi stupisce con un colpo di coda, come la trota agganciata all’amo nella foto.

Non capisco come questo boccone così goloso mi abbia potuto ingannare ancora una volta, così mi ritrovo sbalzato in aria, come il pesce fuor d’acqua senza speranza.

Ma si…, questi sono solo un paio di giorni spalmati nell’ultima settimana tra luglio e agosto:  la montagna, le colline, il caldo a fondo perduto, il sottobosco, le vigne, i sentieri in salita, le rocce con e senza appigli, rifugi, laghetti, cime, mucche e alpeggi cantine, qua e là turisti, gente in bici, scalatori, pescatori, e sfortunate trote.

Oggi allora sono gli enti di turismo della provincia di Cuneo  che vogliono pubblicizzare il territorio a chiedermi delle immagini, hanno trovato un paio di monete da spendere e subito mi metto al “lavoro” nel mese tipico mese delle vacanze.

IMG_6280

IMG_6585IMG_0674IMG_0837-2IMG_0605IMG_4156IMG_0968IMG_6681IMG_9880

La settimana mi ha di nuovo sputato dentro questa domenica mentre ancora annaspavo tra i mille progetti in corso. Il corpo e la mente sono ancora rimasti a venerdì. Telefonate, incontri, mail, parole dette e da dire, sms, cose fatte e da fare, poi le fotografie da archiviare in cartelline che ancora non so come riuscirò ad organizzare.

Domenica dunque, e mi accorgo di essere sdraiato sul divano in un tête à tête con il soffitto pensando a una colazione che non ho. Ne biscotti, ne crostata, ne succo di frutta, ne yogour. Scazzo…in questa mattina di troppo. Eroicamente decido allora che la giornata porta bene per fare un giro in vesta, ed eccomi allora pronto e incascato, in sella alla mia ET3 primavera (sono però le 13.30). Direzione Langhe dunque.

Da Fossano fino a Narzole la strada è quasi tutta dritta, la conosco a memoria, poi appena iniziano le prime curve tra i vigneti della Morra l’aria calda sa di zolfo, eppure non sono a Vulcano… si certo conosco bene anche questo odore, è il trattamento, di questa stagione e dopo le copiose piogge il trattamento con lo zolfo tra i filari va per forza fatto. A tratti mi piace chiudere gli occhi e immaginare di essere sull’isola dell’arcipelago Eoliano.

Curva dopo curva però la strada mi porta nella parte a sinistra del Tanaro, nel Roero. In quella zona  le colline sono più ripide, e i boschi, i noccioleti, i frutteti di albicocche e pesche e poi il grano e l’orzo mi conducono fuori dal tempo. Mi piace immaginare che tutto il territorio sia ancora così vario, non solo belle colline di monocolture, anche se del buon nebbiolo e Barbera. In questi anni ho riscoperto il Roero ed è davvero una perla nascosta. Viaggiando nel tempo allora mi fermo al fondo di un noccioleto, al confine di un bosco dove nell’ombra una leggera brezza mi soffia sulla faccia profumi di paesaggi e foglie verdi, zolle di argilla chiara e canneti e strada sterrata delimitata da ciuffi d’erba verdi ancora per poco. Mi sdraiato in bilico sulla sella della mia ET3 primavera, adesso solo bosco e vento.

IMG_0006IMG_0025IMG_0035IMG_0055

IMG_0092IMG_0096IMG_9978IMG_9992IMG_9997

IMG_0029-2