Questo è il fotoblog di Davide Dutto. Visita anche: Facebook Pinterest YouTube Instagram Cibele Edizioni Sapori Reclusi

C’è sempre un lato oscuro in ogni fotografia. In ogni contrasto il nero dilaga per dare sostanza alla luce, il grigio si sacrifica e nasconde nel nero quello che può. Così nella vita i lati oscuri esistono anche per dare il senso di profondità, segnando la borderline tra visibile e non visibile. Nei paesaggi della Maremma di mezzodì il sole picchia dritto a piombo, crea forme che solo ora riesco a vedere. Ecco quindi che in ogni fotogramma osservo l’espandersi dell’oscuro a macchia d’olio, mentre punto verso il sole. Lascio alla base pezzi ci colline e di terra. In effetti sono in Toscana non per fotografare paesaggi, ma facce. Ugualmente e meglio, i visi per me sono i veri paesaggi, descrivono da dentro territori collinosi, piatti, solari, cupi, sterrati, di creta, asciutti, nebbiosi, isolati e popolati. La terra cambia forma quando l’uomo coltiva, costruisce strade, sentieri, case, vigne, mentre gli elementi lo modellano in uno scambio alla pari (o quasi). Così le facce mi dicono molto di una semplice e pur bella cartolina, riesco ad ascoltarle e vedere oltre la materia. Infine seduto a tavola sul balcone di quel ristorante nel cuore della Maremma, porto il bicchiere di Morellino ad altezza d’occhio e lo uso come un filtro fotografico interponendolo tra il mio occhio e il resto, ecco quello che vedo:

Each pictures has a dark side. In each contrast black spreads around giving depth to light, grey wears out and hides behind black. Same happens to life, where the black side of things gives us depth, marking the borderline between visible and invisible. Under the noon sunlight in Maremma’s landscapes the sun creates shapes I couldn’t see before. In each shot I can see the darkness spreading, while I point my camera to the sunlight. I leave in the frame some bits of hills and land. I actually came to Toscany to shoot portraits, not landscapes. But faces are complex landscapes as well, and often facial features tell stories of hills, planes, sun, shadow, clay, fog, isolation. Land changes when men work it, growing vegetables, building streets, houses, vineyards while natural elements shape mankind in a almost mutual relation. So faces tell more than a nice postcards, I can listen to them and see beyond the visible. Finally, sitting on the restaurant terrace in the Maremma’s hearth, i look through a Morellino glass using it as a photographic filter and here is what I see:

Tutto ancora una volta dipende dalla luce. Le piante principalmente trasformano acqua e anidride carbonica in carboidrati attraverso la luce. Noi fotografi cerchiamo di trasformare la luce in sensazioni e storie. In questi giorni sto lavorando per l’azienda vitivinicola Paolo Scavino. Giro tra le vigne per fotografare altri sette nuovi cru. La luce rende visibile il verde e il blu, il bianco e il grigio, foglie e cielo, nuvole e nuvoloni, tutto quanto racconta la vita. Nelle Langhe respiro aria e luce d’estate, per mezzo della fotosintesi clorofilliana.

WHAT MY JOB AND PHOTOSYNTHESIS HAVE IN COMMON.

Once again everything is up to the light. Trees turn water and carbon dioxide in carbohydrates through light. Photographers try to turn light into emotions and stories. I am currently working for Paolo Scavino winery company, walking  through vineyard and seven new crus. the light let me see green and blue, white and grey, leaves and sky, clouds and thunderclouds, and everything is talking about life. In the Langhe hills I breath summer air and light, through photosynthesis.