Questo è il fotoblog di Davide Dutto. Visita anche: Facebook Pinterest YouTube Instagram Cibele Edizioni Sapori Reclusi

Tutto ancora una volta dipende dalla luce. Le piante principalmente trasformano acqua e anidride carbonica in carboidrati attraverso la luce. Noi fotografi cerchiamo di trasformare la luce in sensazioni e storie. In questi giorni sto lavorando per l’azienda vitivinicola Paolo Scavino. Giro tra le vigne per fotografare altri sette nuovi cru. La luce rende visibile il verde e il blu, il bianco e il grigio, foglie e cielo, nuvole e nuvoloni, tutto quanto racconta la vita. Nelle Langhe respiro aria e luce d’estate, per mezzo della fotosintesi clorofilliana.

WHAT MY JOB AND PHOTOSYNTHESIS HAVE IN COMMON.

Once again everything is up to the light. Trees turn water and carbon dioxide in carbohydrates through light. Photographers try to turn light into emotions and stories. I am currently working for Paolo Scavino winery company, walking  through vineyard and seven new crus. the light let me see green and blue, white and grey, leaves and sky, clouds and thunderclouds, and everything is talking about life. In the Langhe hills I breath summer air and light, through photosynthesis.

Valle Varaita,  bosco dell’Alevé. Inizia il progetto Altoritratti. Un fotografo ambulante tra la fine dell’ottocento ed oggi gira tra le valli cuneesi per riprendere paesaggi, ma soprattutto, ritratti, facce di persone. E’ partito da poco e già cammina tra boschi e piccole borgate; sale, scende con la sua attrezzatura avviluppata nello zaino, sulle spalle un lungo sfondo bianco. Fotografa gli sguardi della montagna. Si piazza in angoli di case, al riparo dal sole diretto cercando luce diffusa e morbida; calcola l’esposizione e imposta il diaframma. Dice al soggetto di guardare in macchina e scatta. L’otturatore si apre, la luce entra, incontra la pellicola e l’impressiona. Le pose lunghe lasciano tracce di storie originali. Scatta e ascolta, scruta, cerca nuovi clienti, nuove storie.

Varaita valley, Alevé forest. The project Altoritratti has started. Jumping from the nineteenth-century to today, a photographer is traveling up and down the valleys portraying landscapes, and especially people, their faces. He just left and he is now walking through woods and small villages with all his equipment in the backpack and a big white background carried on his shoulders. He is shooting the gaze of the mountain. Seeking for shelter in the shadow, he protects the camera from direct sun light, looking for soft and diffuse light. Estimating the time of exposure, setting the diaphragm. He talks to the subjects, telling them to look at the camera, and shoots. Each long pose leaves traces of original stories. He shots and listen, then he looks around, searching for new costumers and new stories.